Cronaca locale

Filarmonica, si riapre con Pappano

Fino al 2 aprile 2005, idi di marzo del regno di Riccardo Muti, quello di Antonio Pappano è un nome praticamente sconosciuto. Poi nei frenetici giorni del toto-direttore scaligero il suo nome diventa il leitmotiv di pochi intimi. «Ma come, non conosci Pappano?». Tony intanto, già direttore musicale del Covent Garden di Londra, lo diventa anche a Roma: Santa Cecilia e il Parco della Musica sono l'altra sua casa. Alla Scala dirige, un po' in sordina, nel '94, ma ci torna trionfale all'inizio 2008 con i suoi di Santa Cecilia. In mezzo appare come pianista in Conservatorio, Serate Musicali. Adesso è la stessa Scala a varare un progetto Pappano in coproduzione: nel 2012 Tony sarà sul podio con Manon di Puccini e nel 2014 con gli amati Troyens. Intanto Pappano apre stasera (ore 20) la stagione della Filarmonica della Scala (che, come Filarmonica, dirige per la prima volta ), ci aggiunge (8, 10 e 11, sempre alle ore 20) i tre Sinfonici Scala e, il 9, un cameristico per la Serate Musicali al Conservatorio. Nascita in Inghiterra (il 30 dicembre sono 50), genitori irpini, primo lavoro a dieci anni (accompagna il padre tenore che arrotonda con le lezioni), trasferimento negli States e destino di pianista jolly, dalla sinagoga al cocktail-lounge: la direzione d'orchestra, mai studiata e assorbita facendo l'assistente degli altri, nasce per caso. Fosse per lui avrebbe continuato volentieri a fare il sostituto. Tra i mentori Daniel Barenboim. Ama Roma per la latinità, Londra per l'impegno musicale, la musica italiana per la fluidità del fraseggio. Quando ha in mano una partitura inizia dall'esame della grafica e quando è sul podio dall'analisi delle personalità che si trova davanti. Con quelli della Scala s'è creato un grande affiatamento. Il repertorio è vastissimo, la conoscenza delle lingue pure. I modelli quelli di tutti: Toscanini, Keliber, Karajan...Ma con una predilezione per John Barbirolli, anglo-italiano come lui. Il nostro non cerca la né lampi né mecche, bensì situazioni stabili che permettano l'approfondimento di uomini e partiture. I due programmi scaligeri sono quasi identici e improntati al repertorio russo. Per la Stagione della Filarmonica Glinka, la II di Rachmaninov e il terzo Concerto per piano e orchestra di Prokofiev. Al piano la cinese Yuja Wang, temibile concorrente di Lang Lang, 22 anni, innamoramento di Abbado che la fa suonare a Lucerna, Bologna e se la porta in Cina: «un portento di tecnica e soprattutto una grande artista» dice Claudio scopritore di talenti (l'ultimo è il direttore Diego Matheuz) e ribadisce Pappano («quando la vedo mi taglierei le mani»). Nei Sinfonici Scala Šostakovic prende il posto di Prokofiev con il Concerto n.1 per violoncello.

Solista Han-Na Chang, giovane e ammirata coreana con la quale il direttore ha instaurato da tempo un bella intesa.

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