Film blasfemo, 50 arresti per l'omicidio di Stevens

Rimosso "il personale non essenziale" in Sudan e in Tunisia dopo il no all'invio dei marines. Blitz in Libia: arrestate 50 persone coinvolte nell’assalto al consolato Usa

Le autorità libiche hanno arrestato una cinquantina di persone, accusate di essere coinvolte nell’assalto al consolato statunitense a Bengasi, dove ha trovato la morte anche l’ambasciatore americano Christopher Stevens e antri tre funzionari. "Le proteste nel mondo musulmano continueranno nei prossimi giorni ma sembrano stabilizzarsi", ha spiegato il segretario alla Difesa americano Leon Panetta sottolineando che il Pentagono "ha dispiegato forze in diverse aree della regione per essere pronto a rispondere a qualsiasi richiesta ed essere in grado di proteggere il personale e le proprietà americane".

In una intervista alla Cbs il presidente del Parlamento libico, Mohammed al-Megaryef, ha fatto sapere che un piccolo gruppo provengono dal Mali e dall’Algeria. "Non c’è dubbio che l’attacco di Bengasi sia stato pianificato da stranieri entrati nel apese qualche mese fa", ha osservato al Magarief secondo il quale l’Fbi dovrebbe stare fuori dal Paese "per un po' di tempo". "Faremo quello che dobbiamo fare per conto nostro - ha concluso il presidente del Parlamento libico - qualsiasi azione affrettata non sarebbe la benvenuta". Senza fornire dettagli sulle indiscrezioni relative allo spostamento di ulteriori forze nell’area, Panetta ha comunque spiegato che l'approccio degli Stati Uniti è di non fare nulla fino a che il Dipartimento di Stato non lo chieda. Panetta ritiene, tuttavia, che bisogna restare vigili dal momento che sospetta che "le dimostrazioni continueranno nei prossimi giorni, se non più a lungo".

Nel frattempo gli Stati Uniti hanno ordinato allo staff non essenziale delle ambasciate in Sudan e Tunisia, e a tutti i familiari del personale, di abbandonare questi due Paesi. Il dipartimento di Stato ha anche esortato alla partenza i cittadini americani che si trovano in Tunisia. "I cittadini statunitensi che rimarranno in Tunisia devono usare la massima precauzione ed evitare le manifestazioni", ha spiegato il dipartimento di Stato.

Le misure sono state prese dopo che le ambasciate in Sudan e Tunsia sono state violentemente assaltate nell’ambito dell’ondata di proteste contro il video anti islam. Il governo di Khartoum ha respinto la richiesta americana di inviare una forza di marines a protezione dell’ambasciata.

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