Un filmato in 3-D ci proteggerà dal rischio infarto

Dagli Usa la nuova frontiera della diagnostica: l’approccio non invasivo. Via libera agli esami che combinano raggi X e computer, con un significativo risparmio di tempo e molta più precisione

Un filmato in 3-D  ci proteggerà   dal rischio infarto

Federica Artina

Mike Fackelmann si sente un miracolato. Un attivo 49enne, sportivo, con esami clinici impeccabili se non per un lievissimo eccesso di colesterolo a detta degli stessi medici trascurabile. Il classico soggetto ideale da sottoporre alla sperimentazione di un macchinario, «giusto per dimostrare come funziona». Mike Fackelmann, grazie a quella dimostrazione, si è salvato la vita. Il test a cui è stato sottoposto era il collaudo di una macchina che già si configura come la nuova frontiera nella prevenzione delle malattie cardiache: e l’esame ha rivelato che il signor Fackelmann soffriva di un grave blocco alle coronarie. E così l’ignaro signore rischiava di crollare a terra mentre giocava con i propri figli al parco o durante una seduta di jogging.
Benvenuti nella nuova frontiera della diagnosi, dove la parola d’ordine è «non invasivo». A svelare le ultime novità della scienza diagnostica è la rivista Time, che dedica un ampio servizio alle nuove macchine messe a punto negli Stati Uniti e pronte a sbarcare in tutti i nosocomi all’avanguardia del mondo. Come cambierà dunque l’indagine preventiva di quella tipologia di mali che è la prima causa di morte al mondo e la quinta di malattia? Già, perchè le statistiche parlano chiaro: si muore più d’infarto che di cancro. E presto il «CT scan»- computed tomography scan - potrebbe salvare la vita a molti potenziali (e ignari) infartuati. Più veloce e preciso di una risonanza magnetica o di un ecocardiogramma, il nuovo «cardioscanner» fornirà anamnesi dettagliate e soprattutto veloci. Il principio è quello di una videocamera che «entra» nell’organismo del paziente e nel giro di otto secondi fornisce una riproduzione dettagliata e tridimensionale del muscolo cardiaco. Battiti compresi. E qui sta la vera rivoluzione: l’apparecchio, combinando l’azione dei «raggi X» con i più sofisticati sistemi di elaborazione immagini computerizzati, confeziona un film dell’attività cardiaca come mai prima d’ora si era riusciti a fare senza incidere.
Fino a oggi, infatti, per ottenere un risultato altrettanto attendibile era necessario ricorrere all’angiografia, quel piccolo ma in parte rischioso intervento durante il quale viene introdotto un tubicino dotato di microcamera all’interno dei vasi sanguigni per arrivare al cuore e scoprirne i segreti. Un’operazione che dura dalle quattro alle sei ore, capace anche di provocare gravi complicazioni e, in almeno il 20% dei casi, inutile, poiché non rileva alcun tipo di anomalia.
Da non sottovalutare, comunque, le zone d’ombra: non è tutto oro quello che luccica e va evidenziata, per esempio, l’autentico «bombardamento» di raggi al quale il paziente viene sottoposto nel corso dell’esame. La macchina, inoltre, è particolarmente sensibile a grasso, calcio e metallo, che evidenzia grosse macchie bianche impedendo il riscontro dei reali problemi.
Sarà solo la sperimentazione, come sempre accade in ambito scientifico medico-scientifico, a stabilire l’efficacia di questa nuova tecnica. Una nuova arma nelle mani della prevenzione, che negli anni ha comunque fatto passi da gigante, se è vero che grazie alle scoperte e all’applicazione della tecnologia dagli Anni 70 a oggi in Italia il rischio di morire a causa di disturbi cardiocircolatori si è drasticamente ridotto del 50% per le donne e del 33% per gli uomini. Aumentano invece i soggetti potenzialmente a rischio, soprattutto per colpa dell’alimentazione scorretta dello stile di vita sempre più sedentario.
E attenzione anche al nuovo fattore-rischio individuato dai ricercatori americani: il calcio.

Dopo il colesterolo e la proteina-c, ritenute in passato le maggiori responsabili dell’occlusione dei vasi sanguigni, ora il vero problema sembra proprio essere il calcio, che provocherebbe l’indurimento dei vasi sanguigni e la loro conseguente rottura. Ipotesi. Esperimenti. Speranze. Come quelle già esaudite a sorpresa al «miracolato» signor Fackelmann.

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