Il filo sottile che lega Mozart a Chopin

L’interprete russo offre un programma che individua un comune denominatore tra i due celebri autori

Con un programma dedicato a Mozart e Chopin torna questa sera all’Accademia di Santa Cecilia Grigory Sokolov, considerato uno dei più grandi pianisti dei nostri giorni, sempre attesissimo dal pubblico romano, affascinato dalla serietà e dalla profondità del suo pensiero musicale che, unita all’originalità interpretativa e allo straordinario dominio tecnico dello strumento, rendono ogni suo recital un’esperienza da ricordare. Nato a Leningrado, Grigory Sokolov ha intrapreso gli studi musicali all’età di cinque anni e a sedici, ancora studente, ha raggiunto fama mondiale vincendo il Primo Premio al concorso Tchaikovsky di Mosca. Per la serata romana l’artista ha deciso di accostare Mozart e Chopin compiendo un’operazione più sottile di quanto sembri.

È l’espressività di Mozart, in particolare nei tempi lenti delle due Sonate che Grigory Sokolov ha scelto per la prima parte del programma, la K280 e la K332, a indicare una strada che arriverà dritta ai segreti e intimi colloqui che Chopin intratterrà qualche anno più tardi con il suo strumento. Specialmente nei celebri Preludi op.28, sul cui titolo lo scrittore Andrè Gide si interrogava senza riuscire a darsi una risposta: preludi «a che cosa?»

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