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Filtri severi alla frontiera: nessuna baraccopoli

Berlino. Sono poco più di 70mila i rom che vivono in Germania ma a differenza che in Italia non costituiscono un problema particolare per la società tedesca. Molti di loro hanno ottenuto la cittadinanza e secondo il ministero dell'Interno di Berlino il tasso di criminalità in percentuale non è più alto rispetto ad altre comunità straniere. Insomma non ci sono le baraccopoli sorte abusivamente ai margini delle città italiane e rari sono gli episodi di cronaca nera in cui sempre più spesso sono coinvolti i rom arrivati negli ultimi anni nel nostro Paese. I funzionari del ministero dell'Interno ci spiegano che una delle differenze rispetto all'Italia sta nel fatto che in Germania la comunità dei rom non ha subito il boom numerico e incontrollato che c'è stato nel nostro Paese dopo che l'Unione europea ha aperto le porte ai Paesi dell'Est. Prima dell'allargamento la Germania, alle prese con un alto tasso di disoccupazione, pose dei limiti all'ingresso dei cittadini dell'Europa orientale: secondo un trattato valido fino al 2011 l'ingresso è libero solo per chi viene come turista mentre chi viene per lavoro deve chiedere il visto, rilasciato solo dopo che le autorità consolari hanno verificato che il richiedente ha ottenuto un'offerta di lavoro, prima e non dopo l'espatrio. Naturalmente c'è chi aggira le norme venendo come turista e si accontenta di lavori clandestini.

Ma, ci fanno presente al ministero, il fenomeno dei rom clandestini è limitato poiché i controlli sono severissimi e chi viene scoperto, secondo il trattato, viene rimpatriato in pochi giorni e senza l'intervento del magistrato.

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