Sempre più spesso oggigiorno è la notizia a creare l'evento, piuttosto che levento a creare la notizia.
Ultimo esempio di questo nuovo modo di fare comunicazione è stata la tanto attesa conferenza stampa di Mr. Woods, trasmessa lunedì sera in diretta dal tempio di Augusta, in Georgia.
Caricati a molla da cinque mesi di astinenza da Tiger e bombardati per altrettante settimane da un insistente battage gossipparo, i «golfisti uniti di tutto il mondo» non hanno infatti potuto resistire all'insistente tam tam mediatico: riunitisi per l'«Evento» (ovvero il numero 1 del mondo che finalmente risponde alle domande dei giornalisti) nelle club house dei circoli, nelle case, e persino nei bar, meschini, si attendevano chissà quali rivelazioni dal loro campionissimo.
In verità, la conferenza stampa del secolo, o quanto meno del decennio, si è rivelata per quello che prevedibilmente sarebbe stata: una banale accozzaglia di domande (e di risposte) al cloroformio. Una noia terrificante. Un insieme di banalità trite e ritrite. Un inutile elenco di scuse contrite (di Tiger). Un pallido e schivo tentativo di interrogatorio (dei reporter).
Certo: il Fenomeno (o forse il suo nuovo stratega della comunicazione) è stato esemplare nello smorzare immediatamente i toni, accollandosi qualsivoglia responsabilità. Ed è risultato da manuale persino nel tono fintamente «friendly» con cui ha trattato i giornalisti. Ma è anche vero che nessuna domanda veramente incisiva gli è stata rivolta.
Un esempio? Tiger ha ammesso che, per curare il ginocchio malandato, è ricorso alle cure del dottor Galea (oggi in carcere accusato di traffico di sostanze dopanti), il quale gli ha praticato delle assai sospette «trasfusioni di plasma arricchito». Bene: sarebbe stato quanto meno lecito chiedere se sapesse da cosa fosse «arricchito» questo benedetto plasma.
Insomma, la sensazione che si è tratta dalla conferenza stampa di Augusta è che quegli stessi giornalisti che, assente Tiger, lo hanno martellato giorno dopo giorno dalle copertine dei rotocalchi, una volta che Lui è tornato, hanno preferito nascondere la mano, o, meglio, la penna.
In fondo, diciamoci la verità: un Woods nuovamente in campo fa davvero comodo, oltre che piacere, a tutti. Agli sponsor, al Pga Tour, agli stessi giocatori e naturalmente anche alla stampa. Tanto vale dunque tenerselo buono, godersi il Masters e finalmente ricominciare a parlare di golf.
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