La Finanza passa al setaccio i conti del Toro

Indagato il vertice granata. Caso Genoa: interrogato il doriano Flachi. A Roma regali sospetti a un arbitro

Marcello Di Dio

Un luglio caldissimo e non solo per una questione di temperature: il doppio fronte delle indagini sulla combine, che riguarda il Genoa, e sulle scommesse, che riguarda rossoblu ma anche giocatori della Sampdoria (con la società che si dice estranea alla vicenda); le forche caudine delle iscrizioni, con una prima vittima illustre (il Perugia); un fascicolo della Procura che tirerebbe in ballo un arbitro in attività; e, nella notte, un nuovo capitolo: la Guardia di finanza ha infatti effettuato perquisizioni nella sede del Torino. Quest’ultima indagine, secondo quanto si è appreso, riguarda i conti della società e ci sono anche tre avvisi di garanzia, destinatari il proprietario Franco Ciminelli, il presidente Attilio Romero e il direttore finanziario del club granata. Le Fiamme gialle hanno visitato anche uffici e abitazioni private. L'inchiesta è legata a un problema di iscrizione al campionato di calcio di serie A.
Ieri intanto, nella caserma genovese di San Giuliano, è stato sentito Francesco Flachi, uno dei tre giocatori della Samp (gli altri dovrebbero essere Bazzani, attualmente in viaggio di nozze in Messico, e Carrozzieri, che sarà interrogato lunedì) informate sui fatti, ma non indagate. «Sono estraneo alla vicenda, i magistrati mi hanno chiesto informazioni sul mio grado di conoscenza nei confronti di una persona indagata per scommesse», dice in un comunicato Flachi, uscito in incognito dalla caserma a bordo di un furgone delle pulizie. E intanto il collegio di legali che difende il Genoa per l’accusa di illecito sportivo continua a sostenere che non esistono elementi di prova.
A Roma, davanti ai componenti dell’Ufficio indagini della Federcalcio, l’amministratore delegato del Genoa, Scapini, e il presidente dell’ormai fallito Venezia, Gallo, sposano la versione dell’anticipo di 250mila euro - soldi trovati nell’auto dell’ex direttore generale veneto Pagliara e di cui ieri il gip di Genova ha disposto il sequestro come «corpo del reato» - per il pagamento di Maldonado. Un’irregolarità, anzi «una leggerezza», sottolinea Scapini che spiega che quei soldi venivano «dalla prevendita dei biglietti di Genoa-Venezia».
Ma per gli 007 della Figc si prevedono altri straordinari: la procura di Roma ha infatti aperto un fascicolo su intercettazioni telefoniche effettuate dalla Guardia di Finanza di Livorno (per una storia di tangenti nella pubblica amministrazione) dalle quali emergerebbe la vicenda di un arbitro - ancora in attività, gli investigatori federali non conoscono ancora il nome - al quale erano indirizzati regali o soldi per ottenere favori in campo.

Nessun nome è iscritto nel registro degli indagati, ma il pm Palamara sta per identificare la persona che ebbe un colloquio telefonico con l’arbitro. Secondo quanto si è appreso, l’arbitro in questione parlando con il suo interlocutore farebbe anche il nome di suoi colleghi e di un presidente di A. I fatti oggetto della telefonata risalirebbero al 2002.

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