La Finanziaria in Aula: restano da sciogliere i nodi Tfr e porno-tax

La Commissione Bilancio licenzia la manovra 2006. Sui due miliardi della riforma previdenziale intesa ancora lontana

Gian Maria De Francesco

da Roma

Via libera alla Finanziaria 2006 da parte della commissione Bilancio della Camera. Dopo una maratona di circa sette ore, caratterizzata da alcune interruzioni per ricercare gli accordi sulle singole materie tra governo e maggioranza e dall’abbandono dell’opposizione due ore prima della conclusione dei lavori, la legge di bilancio è stata licenziata. Ora la parola passa all’aula di Montecitorio che inizierà le votazioni lunedì mattina. Il maxiemendamento del governo sarà oggetto di un nuovo vertice di maggioranza sempre lunedì, e il giorno seguente l’esecutivo potrebbe chiedere il voto di fiducia sul nuovo testo. Nel frattempo, si lavora ai nodi ancora da sciogliere: riforma del Tfr e «porno-tax».
Bivio deficit-spesa sociale. Il summit della Cdl di mercoledì scorso sembrava aver definito come prevalente la linea di «grande rigore» del premier Berlusconi e del ministro dell’Economia Tremonti: i circa due miliardi di euro risparmiati con lo slittamento della seconda riforma previdenziale avrebbero dovuto essere destinati alla riduzione del deficit. Sulla vicenda è ritornato il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che ha parlato di «questione ancora aperta». Anche il ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, ha sottolineato che «sarebbe meglio destinare quelle risorse alla spesa sociale». Ma il viceministro dell’Economia Vegas ha ricordato che «la decisione è già stata presa», mentre il ministro per le Riforme Calderoli ha avvertito: «Nessuno osi toccare un euro, non concederemo a nessuno un assalto alla diligenza».
«Porno-tax». È passato, nonostante l’opinione contraria del governo, l’emendamento del relatore della Finanziaria, Daniela Santanché, sulla cosiddetta «porno-tax», ovvero l’aumento dell’aliquota Iva al 20% su vendita e noleggio di materiale pornografico. Il gettito atteso è di circa 220 milioni con i quali si potrebbero coprire, almeno parzialmente, gli sgravi su baby-sitter e asili nido previsti per importi fino a 2.150 euro. Il viceministro Vegas ha ribadito che con il provvedimento «l’Italia rischia una bocciatura da parte dell’Unione Europea», mentre la Cisl, pur bollando la Finanziaria come «iniqua», ha definito «utile» la misura. Anche sull’introduzione di un tetto di reddito per l’estensione al 2006 del bonus-bebè da mille euro bisognerà trovare un’intesa.
Riforme e infrastrutture. Un emendamento di Guido Crosetto (Fi) ha portato in Finanziaria quasi per intero il Ddl per il rilancio della competitività delle imprese, da tempo fermo al Senato. Approvato anche un contributo di 200 milioni di euro per 15 anni a partire dal 2007 a favore della realizzazione di opere infrastrutturali di interesse nazionale. Luce verde anche per il piano di vendita delle case popolari proposto dal consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta. Nel maxiemendamento del governo dovrebbe anche trovare spazio il condono agricolo sostenuto dal ministro Alemanno: una riforma che comprende, tra l’altro, la regolarizzazione dei debiti pregressi e la rimodulazione delle aliquote.
Gas e Borsa. I provvedimenti relativi al settore del gas avranno ricadute anche su Piazza Affari. La proroga dal 2007 al 2009 delle concessioni alle attuali società municipalizzate del gas prevede «meccanismi di premialità» (in buona sostanza incentivi) per gli investimenti e per le società quotate tra le quali Aem Milano, Amga Genova e la bolognese Hera.

Il colosso Eni, invece, potrà aspettare fino al 2010 per ridurre dal 50 al 20% la quota in Snam Rete Gas, la società che controlla i gasdotti italiani. Sempre in tema finanziario, è stata approvata la cosiddetta poison pill, ovvero l’estensione delle normative anti-scalata a tutte le società e non solo a quelle di «interesse nazionale».

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