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Finanziaria, il governo pone la fiducia: è scontro Fini: deprecabile. Calderoli: non dia valutazioni

Il Governo pone la questione di fiducia sulla legge finanziaria nel testo approvato dalla Commissione Bilancio. La dura critica del presidete della Camera: "E' una scelta legittima ma deprecabile". E Calderoli: "Non spettano a lui le valutazioni"

Finanziaria, il governo pone la fiducia: è scontro 
Fini: deprecabile. Calderoli: non dia valutazioni

Roma - C'è un po' di tensione, in seno alla maggioranza, dopo che il governo ha deciso di porre la fiducia sulla Finanziaria. Il nervosismo si è diffuso dopo che il presidente della camera, Gianfranco Fini, ha deprecato la scelta dell'esecutivo, pur sottolineando che si tratta di una scelta legittima. Immediate le risposte dei deputati del Pdl. Tra i più attivi è Fabrizio Cicchitto, il capogruppo, fortemente critico nei confronti di Fini. Insieme ai deputati della Lega ha risposto per le rime al presidente della Camera.

Voto finale giovedi La decisione del governo di porre la fiducia è stata annunciata in aula dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. Il voto sul maxiemendamento alla legge finanziaria comincerà domani alle 12. Il voto finale sul provvedimento è previsto giovedì. L’aula dovrà poi esaminare gli ordini del giorno prima di passare al voto finale sulla manovra che tornerà quindi al Senato.

Fini: scelta deprecabile La decisione, ha detto il presidente della Camera parlando in aula, "non può essere in alcun modo essere considerata una decisione di carattere tecnico, non essendo giustificabile con ostacoli procedurali" perché l’opposizione "non ha avuto atteggiamenti ostruzionistici". "La decisione del governo è legittima - ha aggiunto Fini - ma riveste carattere politico perché attinente esclusivamente ai rapporti tra maggioranza e governo. Ed è per tale motivo che la presidenza della Camera ritiene deprecabile la decisione del governo".

La replica di Calderoli "Dalla presidenza della Camera ci si attende l’applicazione ed il rispetto dei regolamenti e della Carta Costituzionale e non certo valutazioni sul fatto se sia deprecabile o meno una richiesta di fiducia, la cui valutazione di merito spetta all’Esecutivo, in quanto la richiesta di fiducia è finalizzata proprio a verificare il rapporto fiduciario intercorrente tra la maggioranza e l’Esecutivo". Il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, non condivide la "valutazione di natura soggettiva, ancora di più quando si porta come fondamento del giudizio un’errata interpretazione della richiesta del voto di fiducia". "Tutto questo, infatti, è avvenuto nel pieno rispetto delle indicazioni ricevute - conclude Calderoli - che prevedevano un approfondito esame in commissione ed un’eventuale fiducia soltanto sul testo votato in commissione".

E quelle di Cota e Cicchitto "Come dimostra la storia dei lavori parlamentari la questione di fiducia è sempre stata una decisione politica e come tale appartiene alla competenza e alle valutazioni del Governo e della maggioranza, che ha oggi dimostrato la propria compattezza con il voto sull’articolo 1, per cui essa è una scelta per nulla straordinaria e, come tutte le scelte, suscettibile di discussione nel dibattito politico-parlamentare, ma certamente del tutto fisiologica e naturale". Così il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e il capogruppo della Lega Roberto Cota spiegano la decisione del governo di apporre la fiducia sulla Finanziaria. "Il confronto di merito - affermano Cicchitto e Cota in una nota congiunta - è avvenuto in Commissione, con un iter intenso e proficuo. La scelta della fiducia è un segnale politico di conferma della forte condivisione da parte del Governo e della maggioranza sul merito del testo licenziato dalla Commissione Bilancio, che contiene tagli agli sprechi ed interventi economici importanti su welfare, sviluppo e P.A.".

Tremonti: condivido Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti condivide "pienamente" il messaggio lanciato dai capigruppo di Pdl e Lega sulla questione di fiducia. Conversando a Montecitorio con alcuni parlamentari della maggioranza, Tremonti avrebbe confidato, riferiscono gli stessi, di "riconoscersi pienamente ed esclusivamente nel testo della nota congiunta dei capigruppo di maggioranza".

Nella nota Fabrizio Cicchitto e Roberto Cota hanno sottolineato che la questione di fiducia appartiene "alla competenza e alle valutazioni del governo e della maggioranza" tanto da essere una scelta "certamente del tutto fisiologica e naturale".

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