«È il piano prodotti più ambizioso di sempre», dice Stefano Aversa, co-presidente di AlixPartners, commentando il mega-investimento di 51,6 miliardi (praticamente la finanziaria di un Paese) che il gruppo Volkswagen ha annunciato per i prossimi cinque anni. Obiettivo di Ferdinand Piëch e Martin Winterkorn, rispettivamente presidente del consiglio di sorveglianza e amministratore delegato del primo gruppo europeo dellauto, è sorpassare la Toyota e conquistare lOlimpo. La corazzata di Wolfsburg ha dunque i motori al massimo, a Nagoya sono avvisati. L80% delle risorse, pari a 41,3 miliardi, sarà destinato a immobili, stabilimenti e macchinari. Oltre la metà di questi investimenti (il 57%), spiega una nota, riguarderà la Germania: in pratica, anche Winterkorn ha lanciato la sua «Fabbrica Germania».
Rispetto ai 41,3 miliardi, 27,7 andranno al rinnovamento e allampliamento delle gamme di tutti i marchi. E 10,3 miliardi serviranno a far fronte ai costi di sviluppo. Il piano prevede ulteriori 13,6 miliardi nei prossimi cinque anni destinati a investimenti «cross-product», sottolinea il comunicato, e ulteriori 10,6 miliardi, nello stesso periodo, serviranno a rafforzare le joint-venture del gruppo Volkswagen in Cina. «La nostra volontà - ha affermato Winterkorn - è rendere lazienda globale e più pronta al futuro». Tanta abbondanza di risorse (nei primi nove mesi la liquidità è salita a 19,6 miliardi e lutile netto si è attestato a 3,78 miliardi di euro) rafforza lipotesi che prima o poi laccoppiata Piëch-Winterkorn, sempre più pressata dal nutrito team italiano a Wolfsburg (per Walter de Silva, Giorgetto Giugiaro, Luca de Meo e Giovanni Perosino sarebbe una sorta di rivalsa), alla fine metterà sulla scrivania di Sergio Marchionne la classica offerta irrinunciabile per lAlfa Romeo. Non sarà un assegno in bianco, e nemmeno un assegno con scritto 20 miliardi. Ma se capitasse, dopo i segnali criptati lanciati da Marchionne negli ultimi tempi, il Lingotto farebbe fatica a respingere lattacco finale al Biscione. Cè chi quantifica in 2 miliardi di euro il valore dellAlfa Romeo, altri si spingono oltre, mettendo in risalto lincredibile forza e notorietà del marchio. E a chi si chiede quali potrebbero essere i piani tedeschi una volta fagocitata lAlfa Romeo, la risposta esiste già; non per niente al Salone di Parigi i due maestri dello stile, Giugiaro e de Silva, hanno fatto ampiamente capire che «se succede, è tutto pronto...». Il Biscione, che si è risvegliato dal torpore grazie al lancio della Giulietta, si posizionerebbe logicamente nellarea sportiva del gruppo tedesco, tra Seat (in basso) e Audi (in alto). Nei mesi scorsi il mensile Quattroruote si era spinto a individuare anche alcuni dei modelli contenuti nel cassetto di Winterkorn: «Nessun grosso stravolgimento - riportava il magazine - ma vetture con un aspetto più sportiveggiante di quelle attuali». E così, mentre Volkswagen punta al «grande slam» dellauto (primo gruppo mondiale dopo aver già conquistato la vetta in Europa e piazzato la Golf in testa ai modelli più venduti sempre nel Vecchio continente), a Torino si cerca di accorciare i tempi su «Fabbrica Italia», di definire le sinergie tra i marchi italiani e la Chrysler (un Suv prodotto dalla casa Usa, ma con il logo targato Maserati, è tra i progetti di Marchionne), e preparare limminente road-show sullo scorporo.
Ieri la Fiat ha scritto ai sindacati per confermare lintenzione di convocare presto lincontro su Mirafiori.
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