Fincantieri, se si blocca tutto si dice addio alle commesse

(...) Prendiamo solo atto che sono arrivati i soliti fax solidali con i lavoratori e con il blocco dell’aeroporto, quelli che non mancano mai. Ieri, ad esempio, si sono ammonticchiati sul tavolo quelli del presidente della Provincia Alessandro Repetto, che così dà un senso agli ultimi mesi di questa istituzione elettiva; della combattiva consigliera regionale dipietrista Maruska Piredda, eletta nel listino bloccato di Claudio Burlando; e della deputata dell’Udc Gabriella Mondello, un’altra di quelli eletti sotto il simbolo «Berlusconi presidente» e passati a votare contro Berlusconi. Un’altra di quelli che invitiamo caldamente a dimettersi, per dignità e decenza, lasciando peraltro spazio a un giovane che invece non ha mai tradito gli elettori come Alessandro Gianmoena.
Però. Però, finalmente, questa volta, sono arrivati anche altri comunicati. Di tutt’altro tenore. E, finalmente, abbiamo trovato posizioni diverse. Posizioni solidali con i lavoratori, certo. Ma anche contro le proteste strumentali e portate avanti solo dalla Fiom. Posizioni, finalmente, liberali. Degne di un centrodestra che non va a rimorchio di ogni massimalismo. E mi hanno fatto enorme piacere le parole del coordinatore regionale e del responsabile ligure per il lavoro del Pdl Michele Scandroglio e Gino Garibaldi, che hanno avuto finalmente il coraggio di dire che protestare per chiedere un incontro già fissato non è una grande idea. Lo stesso coraggio che ha avuto anche il capogruppo del Pdl in Comune Matteo Campora, un altro che ha fatto il salto di qualità nel differenziarsi dal pensiero unico dominante. Salto che, ovviamente, hanno fatto anche la Cisl e la Fim, federazione dei metalmeccanici cislini che, ricordando che l’incontro con Passera era già previsto, hanno spiegato: «Non è facendo perdere ore di stipendio agli operai metalmeccanici e creando grossi disagi alla città che si risolvono i problemi, ma lavorando a soluzioni produttive e occupazionali da portare al tavolo del ministro, come la nostra organizzazione sta facendo». E, soprattutto, con riferimento alla «cattiveria» in arrivo, evocata dalla Fiom-Cgil: «Siamo in una fase delicatissima di questa vertenza e qualcuno non si rende conto che oggi non serve essere “cattivi“, come dichiarato, ma essere “lucidi“ per ottenere risultati positivi».
All’interno della definizione di «lucidità» non pare esserci la decisione di bloccare il varo dell’ultima nave in costruzione a Sestri Ponente, sposata in passato anche da Marta Vincenzi. Su queste pagine più volte abbiamo spiegato che la scelta ci pareva surreale, anche perchè non consegnare le navi non sembra il miglior modo di convincere gli armatori ad ordinarne altre al cantiere sestrese. Anzi, a dirla tutta, sembra proprio il miglior modo per tenerne lontano altre. Al di là delle parole di chi dice di essere vicino in questo modo ai lavoratori.
Poi, certo, magari ci saranno state e ci sono colpe dell’azienda e del management. Ci saranno commesse che potevano essere prese e non sono state prese, anche se - per l’esperienza nel campo - mi verrebbe da dire che nelle commesse è più esperto l’amministratore delegato Giuseppe Bono rispetto a Claudio Burlando «capo del commerciale aggiunto». Ma quello che è sicuro che, bloccando la nave, tutto peggiora. E mi fa enorme piacere il fatto che Piero Ottone, storica firma del giornalismo italiano, sulle pagine de La Repubblica-il Lavoro di Franco Monteverde, sia giunto alla stessa conclusione che avevamo scritto sul giornale qualche settimana fa, in splendido isolamento.
Facili e un po’ tristi profeti di quanto scritto l’altro giorno sul Secolo XIX in un retroscena di un ottimo giornalista marittimo come Samuele Cafasso, sempre attentissimo alle ragioni sindacali. Nell’articolo, infatti, si spiega che il blocco della nave Oceania in costruzione a Sestri, la cui consegna all’armatore Frank Del Rio era prevista per marzo, rischia di far saltare ogni nuova commessa. Infatti la società committente si era già impegnata a iniziare a vendere i biglietti per la prima crociera, in partenza ad aprile.


E sapete qual è la società che dovrebbe ordinare la nave agognata dai sindacati e dai lavoratori di Sestri Ponente, per i quali loro stessi chiedono la garanzia che venga assegnata al cantiere genovese? La Regent, compagnia di natanti extra lusso che proprio allo stesso Frank Del Rio fa capo. E che ha già fatto sapere che, se la Oceania non va in mare a marzo, Sestri può scordarsi la nuova nave. Comunque.
Geniale strategia, quella del blocco.

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