«Fini da alleato a nemico»

Abbiamo sentito tutti. Quando un uomo risponde a precise e documentate domande con un insulto non è più un uomo, ma, come scrisse il grande Indro di un uomo politico del passato che doveva aver «perso la testa», diavolo di un uomo che riesce a perdere anche quello che non ha.
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Lo sbadiglio della Perina, ripreso nella diretta de La7, è stato il più eloquente commento al noioso e demagogico comizio del rancoroso generale Fini.
Vittorio Alongi
Napoli
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La situazione mi sembra molto chiara ed è meglio correre alle elezioni. Parole di insulto distribuite un po’ a tutti espresse con tanta rabbia. Il sostegno che Fini sembra voler dare al governo è solo un modo per guadagnare tempo per costruirsi il partito e le alleanze (con Casini e Rutelli in primis). Solidarietà a Feltri per essersi beccato dell’infame islamico da Fini il quale, in un’ora e mezza di discorso, ha evitato di rispondere alle domande poste dal Giornale.
Riccardo Bellosio
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Una cosa mi ha profondamente infastidita nel discorso del Presidente Fini: l’aver osato paragonare la vicenda mediatica che lo vede coinvolto a una «autentica lapidazione islamica», proprio nelle ore in cui una donna sta per subire, lei sì, l’autentica lapidazione islamica! Per caso vuole fare cambio?
Paola Ceva
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Platea di 300 persone, Fini da ottimo politicante dice tutto e non dice niente; alcuni miei amici presenti a Mirabello se ne sono venuti via molto delusi, si aspettavano di sentire un vero politico che parlasse di politica, ma si sono ritrovati ad ascoltare un vecchio politico con tanto astio, rancore e invidia verso Berlusconi. Niente altro da segnalare, una vera delusione.
Graziano Di Benedetto
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Il presidente della Camera soffre di una grave malattia: la «Badoglite». Come il generale Badoglio che, alla fine della seconda guerra mondiale, in vista della disfatta non si arrese, passò con armi, soldati e bagagli nelle file degli ex nemici. Alla fine e con convinzione, anche Fini dirà: «Ho vinto la guerra». Per quelli che credono alla parola data, rimarrà sempre una sorta di rinnegato: un traditore. Chi ha già tradito i compagni (camerati) non merita fiducia alcuna; tale era, è, rimarrà. Bene l’ha descritto La Russa; altrettanto bene lo aveva considerato (e considera tuttora) Bossi. Chi ne esce un po’ ammaccato, per troppa benevolenza e ingenuità, è il Cavaliere; deve (doveva) «tirare fuori gli attributi», accompagnandoli con il classico pedatone nel daur (deretano, in friulano).
Enzo Pettinelli
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Questo Fini che per tanto tempo ho votato e che credevo fosse il politico migliore, è riuscito piano piano a trasformarsi e a diventare il peggior nemico. Che traditore, non ho parole per esprimere la mia delusione di aver creduto in lui. E la rabbia persiste nel vedere che vorrebbe con la sua eloquenza incantare ancora il suo elettorato. Da tempo avevo capito le sue intenzioni e non mi piaceva più. Ora più che mai spero sparisca dalla scena politica, ma temo che sia un osso duro e non se ne andrà senza prima aver causato un sacco di danni.
Vanna Boldrini Bellei
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Il cuculo è un uccello che depone le proprie uova nel nido che ha costruito un altro uccello. Il piccolo cuculo, la prima cosa che fa è buttare fuori dal nido le altre uova quando i genitori non ci sono, i quali comunque lo nutrono, pensando che sia uno dei loro piccoli. Fini somiglia al cuculo perché lui non è salito sul predellino, anzi lo ha subito deriso come ha continuato a fare nel suo discorso ed è entrato quando il nido del Pdl era già costruito. Per due anni ha fatto di tutto per costruirsi una reputazione presso la sinistra rinnegando gli ideali della destra. Ora si crede abbastanza forte da pretendere di diventare il padrone del nido dove si è intrufolato con l’inganno. Il Pdl, che a differenza di quanto ha affermato Fini è vivo e vitale, chiede ora a Berlusconi di espellere Fini e i suoi dal nostro nido e di ricorrere al parere degli italiani attraverso le elezioni.
Roberto Leone
Napoli
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Ho cercato di capire il discorso di Fini, ma la valutazione finale ha due spiegazioni: una positiva e una negativa. La positiva è che ha confermato quanto dice da due anni. La negativa è che non ha avuto il coraggio di confermare il suo dissenso dicendo di far nascere una sua formazione politica e guidarla, come leader, per poter portare avanti le sue idee, le sue prerogative e le sue proposte. Questo non è accaduto, e il fatto di aver detto e disdetto cose, al solo scopo di tenere il piede in due staffe, non ha fatto altro che dimostrare la sua pochezza. In questo senso è stato chiarissimo!
Cesare Bocca
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Gradirei domandare, cortesemente, al presidente della Camera se con il comizio politico di Mirabello si è richiamato alla terzietà della carica istituzionale che ricopre. E se la visita di cortesia alla festa rutelliana dell’Api sia anch’essa da considerarsi atteggiamento neutrale, quindi in sintonia con la carica istituzionale che il sig. Fini esercita. Rammento che, alcuni mesi orsono, in occasione delle ultime elezioni regionali, il presidente di Montecitorio aveva precisato che la propria assenza, a Roma, dal palco del Pdl era dovuta a ragioni, doverose, di terzietà istituzionale. Devo pensare che atteggiamenti di terzietà della terza carica dello Stato siano doverosi soltanto quando trattasi del Pdl? E il medesimo atteggiamento diventi superfluo quando si tratta di Fli e dell’Api rutelliana?
Ilio Catarsi
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Dopo aver assistito all’ultima sceneggiata del monarca Fini, (così si è comportato nel partito), una drammatizzazione vuota di coraggio ma piena di retorica dal sapore disgustoso, vedendo quella piazza mi è sorto un dubbio. Dopo che il presidente Fini ha cancellato per sua volontà un partito e quindi dopo aver schiaffeggiato, per non esprimermi con altre parole, il lavoro di una vita di molti militanti, mi chiedo se è legale, oltre che eticamente corretto, sventolare le bandiere di quella che fu Alleanza Nazionale.
Teresa Sestito Cascitti
Vetralla (Viterbo)
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Fini ha cercato di attribuire a Berlusconi la responsabilità della rottura lamentando la mancanza di dialettica interna e l’intolleranza nei confronti di opinioni e posizioni diverse. Opinioni e posizioni diverse possono trovare possibilità di espressione e di composizione dialettica all’interno di un partito se risultano coerenti con i valori e il programma del partito; quando se ne discostano troppo o addirittura li contraddicono apertamente, come nel caso dei finiani, ci si pone automaticamente fuori dal partito e quindi o ci si iscrive altrove o se ne fonda uno nuovo, ma non si può pretendere di rimanere in quello originario. Fini e i suoi hanno scorrettamente contestato le posizioni del Pdl e del suo leader in ogni sede esterna al partito, intralciandone le iniziative e fornendo in continuazione assist agli avversari. Quindi è giustissima la loro estromissione.
Paolo Ponzano
Milano
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Azzardo una previsione, ben sapendo che le previsioni si fanno per essere smentite. Gianfranco Fini fallirà. Non ha fiuto politico. Mi ricorda Mariotto Segni, suo sodale nella disastrosa avventura dell’Elefantino.
Daniele Tanzi
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Il grande mistificatore ha gettato la maschera, rivelandosi per quello che è. Ha vissuto di rendita per capacità non riconoscibili e il comizio di Mirabello è stato il suo canto del cigno. Meglio ritorni nell’ombra in cui era prima di allearsi con Berlusconi. Non si tradisce così la coalizione cui ha aderito volontariamente e i cui componenti conosceva già dal 1994. Tale politico, a prescindere da frequentazioni private e dallo stravagante utilizzo di lasciti, non avrà più il mio voto.
Anna Maria Castelli
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Pensavo che Fini si sarebbe presentato come una persona consapevole di essere la terza carica dello Stato. Invece ho sentito solo parole e riferimenti degni di una persona piena di invidia, di accidia, di superiorità, di menefreghismo, persino odio verso noi elettori che gli abbiamo assegnato quella poltrona, quella carica.

Vorrei dire tante cose, ma mi limito a sottolineare che un politico che parla tanto di giustizia, di democrazia, di senso civile, di libertà, di famiglia, di diritti civili, arriva fino al punto di cancellare tutto ciò che aveva promesso a noi elettori. Prenda su e vada ad abitare a Montecarlo.
Tarcisio Tomasin
Udine

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