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Fini attacca Romano: "E' indagato, si dimetta" E lui lo sfida: "Un insolente, lo faccia prima lui"

Il leader di Fli da Napoli invita il ministro delle Politiche agricole a dimettersi perché indagato "per reati particolarmente inquietanti". Lui replica: "E' capo di un partito che approfitta del ruolo istituzionale, si dimetta da presidente della Camera e un minuto dopo seguiranno le mie dimissioni"

Ascolta ora: "Fini attacca Romano: &quot;E' indagato, si dimetta&quot;<br />E lui lo sfida: &quot;Un insolente, lo faccia prima lui&quot;"

Fini attacca Romano: &quot;E' indagato, si dimetta&quot;<br />E lui lo sfida: &quot;Un insolente, lo faccia prima lui&quot;

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Ha incassato la "stima istituzionale" e "un saluto cordiale" con tanto di stretta di mano da parte del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Poi, dal capoluogo campano, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha parlato di legalità, ha accusato ancora una volta il governo, reo di avere "preso in giro se stesso e gli italiani, negando l’emergenza della crisi fino a un minuto prima che esplodesse" e poi si è scagliato contro il ministro della Politiche agricole, Saverio Romano, invitandolo a dimettersi perché indagato "per reati particolarmente inquietanti".

"Chi ha una certa idea del centrodestra e della politica vorrebbe che, come in tutte le democrazie europee, per opportunità e non per colpevolezza accertata ci si dimettesse anche per reati molto meno inquietanti di quelli che lo riguardano", ha sentenziato, aggiungendo che chiunque sia indagato, rinviato a giudizio o condannato in primo grado dovrebbe lasciare gli incarichi istituzionali ricoperti.

La replica dell'interessato non si è fatta attendere. "Fini è un insolente. Ha capitanato una mozione di sfiducia nei miei confronti che è stata bocciata dal Parlamento. È il capo di un partito che approfitta del ruolo istituzionale, cosa che dovrebbe metterlo nelle condizioni di un impeachment vero e proprio. Si dimetta da presidente della Camera e un minuto dopo seguiranno le mie dimissioni", ha risposto Romano.

Il presidente della Camera poi è tornato a parlare del passato e della sua uscita dal Pdl. "Non siamo traditori, io non me ne sono andato, io sono stato messo alla porta, è diverso. Noi abbiamo capito prima di altri che la strada che si era intrapresa avrebbe avuto conseguenze negative, soprattutto per i meridionali e per i ceti deboli. Se si ha una certa idea del centrodestra, si inizia un impegno civile dando ascolto a uomini e donne che non fanno scalate al potere.

In tanti hanno già capito l’inquadramento del problema, dicendo attenzione: se a un movimento politico, la Lega, si consente di segnare la strada dove camminare le conseguenze non possono non essere negative per gran parte del paese, in particolare per il Sud".

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