Fini bacchetta gli onorevoli colleghi: «Dialogo? Tra sordi...»

«Non guardarmi, non ti sento», recitava il film. Rivisitato ieri dal presidente della Camera, Gianfranco Fini (nella foto), che a suo modo ha esortato maggioranza e opposizione al dialogo. «Basta al dialogo tra sordi - ha detto appunto Fini -. Semmai Pdl e Pd devono avere un confronto serio sui grandi temi a cominciare dalle riforme e dalle misure anti-crisi». In un’intervista andata in onda sul canale satellitare di Montecitorio, la terza carica dello Stato esprime le perplessità lessicali sul termine, ormai tanto abusato, «dialogo». «Non mi piace perché il dialogo spesso è tra sordi», ha spiegato il leader storico di An, e «invece bisogna confrontarsi seriamente e in maniera approfondita sui grandi temi».
Per Fini, quindi, è necessario che centrodestra e centrosinistra riescano nel confronto su questioni centrali quali la crisi economica, la riforma della giustizia e, aggiunge, «il futuro dei nostri figli». «Un dovere per il Parlamento, quello di essere aperto, trasparente, come una casa di vetro: se sono vacche magre nel Paese così deve essere anche lì dentro e comunicare, questo sì è un dovere», è la sintesi del Fini-pensiero. L’augurio per il 2009 del presidente di Montecitorio è di «poter dire che le cose sono andate bene o comunque meglio, contro qualche profeta di sventura». Fini ha augurato ai cittadini «serenità e fiducia nella possibilità di un avvenire migliore».

Sul fronte istituzionale, «dobbiamo ragionare affinché il governo sia messo nella condizione di governare con tempi certi, ma accanto a queste prerogative ci deve essere un Parlamento che abbia una funzione di controllo e indirizzo centrale». A proposito di sordi, i colleghi ora ascolteranno i suoi consigli?

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