Roma - Dietro lo strappo con Silvio Berlusconi non c’è alcuna ripicca, ma "è chiaro che annunciare in maniera così repentina, senza che nessuno ne sapesse nulla, con modalità abbastanza originali, la nascita di un nuovo soggetto politico in cui tutti dovrebbero confluire ha rappresentato un ostacolo. E questo ostacolo c’è ancora". Lo dice il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, in una intervista al settimanale Tempi, in edicola giovedì con "Il Giornale".
"Al tempo stesso - spiega Fini - non c’è dubbio che poi occorre la capacità, se c’è, e in ogni caso la volontà, di andare al di là della forma e guardare alla sostanza". E per andare al di là della forma e occuparsi della sostanza del centrodestra, Fini si dice disposto anche a "superare la schermaglia quotidiana sulla legge elettorale". Perché la sostanza, lascia intendere il presidente di An, non è il sistema tedesco o quello spagnolo, ma "è strettamente legata a che cosa si intende quando si dice: 'Facciamo un soggetto politico'. Un soggetto politico è un insieme di uomini e di donne che ha delle regole di funzionamento. Ed è definito da valori di riferimento e da un programma per cui impegnarsi". Fini spiega a Tempi di essere cosciente del fatto che "il popolo di centrodestra ci vuole uniti. Ma uniti su cosa e uniti per fare cosa? E se dobbiamo dar vita a un processo unitario del centrodestra, quali sono le regole con cui si arriva a questo processo unitario?".
Il rapporto An-Berlusconi Riallacciare subito il rapporto privilegiato con Alleanza nazionale converrebbe anche allo stesso Berlusconi.
Ne è convinto Fini: "Ma da soli dove vanno? Tanto io sono una potenza, sono io che ho in mano il pallino, la macchina da fuoco, io gli rispondo: verissimo, tu da solo magari arrivi anche al 35 per cento, ma poi là ti fermi. Vuoi trattare dopo perché adesso non vuoi farlo per orgoglio? Auguri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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