Treviso - Sei commissioni per esprimere i pareri sulla riforma
federalista sono troppe. Meglio una commissione bicamerale. A lanciare la
proposta è il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante l’intervento
al workshop "Federalismo e riforme istituzionali", promosso dalla
fondazione Fare Futuro, di cui Fini è segretario, e dalla fondazione
Italianieuropei, presieduta da Massimo D’Alema. L’ex presidente del
Consiglio ha intavolato, coordinato dal direttore del Tg1 Gianni Riotta, un
confronto aperto con il presidente della camera che ha evidenziato non
pochi punti in comune. "Il parere di sei commissioni", ha spiegato Gianfranco Fini, "significa
necessariamente non ottenere alcun parere. Una commissione bicamerale
per emendare il decreto avrebbe maggiore autorevolezza. Mi auguro che
un emendamento in questo senso venga esaminato in sede di dibattito
parlamentare". L’esponente del Partito democratico non ha tardato a
cogliere "l’invito molto importante che il presidente della Camera ha
lanciato": D’Alema ha assicurato che il Partito democratico "certamente
presenterà un emendamento per la commissione bicamerale".
Ripartire dalla "bozza Violante" Per le
riforme costituzionali secondo Fini e D’Alema si può ripartire dalla
cosiddetta "bozza Violante". Dal convegno di Asolo, il presidente della
Camera e l’ex vicepremier si sono trovati d’accordo nel ripartire dal testo
approvato nella scorsa legislatura dalla commissione Affari Costituzionali
della Camera. Fini e D’Alema d’accordo anche che a valutare i decreti
attuativi del ddl sul federalismo fiscale sia una commissione bicamerale. "Non credo che i decreti delegati - sottolinea Fini - possano essere valutati
per il parere da sei commissioni: sarebbe un non parere". Piuttosto,
suggerisce, "penso a una commissione bicamerale finalizzata all’esame dei
decreti e mi auguro che ci sia un emendamento in questo senso durante il
dibattito parlamentare". D’Alema concorda e assicura: "Certamente noi
presenteremo un emendamento per una commissione bicamerale per
l’attuazione del federalismo fiscale e la Carta delle autonomie". Quanto al
federalismo fiscale, per D’Alema la sua attuazione deve avere come
prioritario obiettivo quello di rendere lo Stato italiano più efficiente per i
cittadini, non quello di disarticolarlo. L’ex vicepremier ha infatti evidenziato
più volte come sia necessario "misurare le riforme dal punto di vista del
cittadino e di quello che il cittadino vuole".
Calderoli: "Apertura apprezzabile" "È certamente apprezzabile l’apertura al confronto,
in materia di federalismo fiscale, da parte dell’onorevole D’Alema". Lo
afferma il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione
Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord. "Un confronto - prosegue Calderoli - che già si sta svolgendo con regioni
ed enti locali, un confronto che ha portato, da parte del Governo, al
recepimento di una richiesta, partita proprio da regioni ed enti locali e da
autorevoli esponenti dell’opposizione, per l’utilizzo di una commissione
bicamerale, proprio come avvenne nel caso dei decreti della legge
Bassanini, in grado di valutare i decreti legislativi del federalismo fiscale".
"Troppo cara commissione ad hoc" "In tal senso - sottolinea il ministro - il governo ha già predisposto un
emendamento che attribuisce alla commissione bicamerale per gli Affari
Regionali, identica in quanto a composizione e per poteri alla bicamerale
per l’attuazione della legge Bassanini, gli stessi poteri rispetto ai decreti
attuativi del federalismo fiscale. Costa troppo istituire una commissione
bicamerale ad hoc, con i tempi che corrono oggi anche un solo euro deve
essere salvato, e quindi, vista la medesima composizione dei poteri, è
opportuno utilizzare una commissione come quella per gli Affari Regionali
già istituita e che trarrebbe da questo compito un ulteriore scopo di vita".
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