Roma - A Montecitorio ci sono volute quattro votazioni ma alla fine Gianfranco Fini ce l'ha fatta: è lui il nuovo presidente della Camera, la terza carica dello Stato. Dopo le tre fumate nere di ieri, quando il quorum era alto (due terzi dei deputati e poi dei votanti), oggi il candidato del Pdl ha centrato l'elezione ottenendo 335 voti (ne servivano 306) su 611 votanti.
Quando, al termine dello scrutinio, il presidente della seduta Pierluigi Castagnetti ha proclamato il presidente di An, l’aula è esplosa in un lungo applauso: tanto i deputati di maggioranza quanto quelli di opposizione si sono alzati in piedi tributando al neo eletto un lungo applauso. Fini ha atteso il risultato fuori dall’aula di Montecitorio.
Assoluta parità tra i deputati "Come i miei predecessori più recenti, Violante, Casini, Bertinotti e Fini anche io sono un uomo di parte fortemente convinto della bontà dei valori che hanno ispirato il mio credo politico", ha detto il neo eletto presidente della Camera in apertura del suo discorso di investitura. "Ho chiaro tuttavia il rigoroso rispetto del principio di assoluta parità di diritto tra i deputati", ha aggiunto.
Feste nazionali condivise "Il 25 aprile e il 1 maggio - ha detto Fini - devono essere giornate condivise da tutto il popolo italiano". "Rendo omaggio alla bandiera tricolore simbolo della nazione italiana. È in essa che si riconosce il nostro popolo, le donne e gli uomini che vivono all’interno dei confini della Repubblica, come i nostri connazionali residenti all’estero. È al nostro popolo che la Camera dei deputati deve avvertire in via prioritaria il dovere di rispondere del suo operato".
L'omaggio al Papa Fini ha voluto ricordare la figura di Papa Benedetto XVI, "guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano e indiscussa autorità morale del mondo intero". "La laicità delle istituzioni è il principio irrinunciabile della nostra come di ogni democrazia moderna, ma il parlamento deve riconoscere il ruolo di difesa e di formazione dell’identità della nostra patria che hanno avuto i fondamenti della religione cristiana".
Dimostriamo che non siamo una casta "Ora i fatti". Il presidente della Camera premette che "non siamo all’anno zero", ma - spiega nel suo discorso - "la legislatura deve essere veramente costituente". Fini sprona i deputati a dimostrare con il proprio lavoro che "i politici non sono una casta di privilegiati".
Lo Stato più forte della mafia "È grazie all’azione delle forze dell’Ordine e della magistratura che lo Stato è sempre più forte di ogni tipo di mafia e di criminalità organizzata". Fini saluta e rende omaggio "a tutte le donne e tutti gli uomini che servono lo Stato. In primo luogo - prosegue - ringrazio la magistratura di ogni ordine e grado e tutte le forze di polizia".
Basta morti bianche "La perdurante tragedia delle cosiddette morti bianche offende la coscienza di ognuno, non può e non deve essere considerata come ineluttabile, ma deve generare uno sforzo comune a tutte le istituzioni perchè ad essa si ponga rapidamente fine".
Torna il termine "Onorevole" Alla Camera si volta pagina anche sulle abitudini linguistiche. Fini, nel suo primo discorso da presidente ha subito ripristinato l’abitudine di rivolgersi ai parlamentari anteponendo al loro nome il titolo di "onorevole". Va così in soffitta l’uso di rivolgersi ai parlamentari con il semplice appellativo di "deputato" o "deputata", adottato da Fausto Bertinotti e, prima di lui, da Irene Pivetti.
Napolitano Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito non di parte il discorso di insediamento del presidente della Camera Gianfranco Fini e ha sottolineato di aver particolarmente gradito "il riferimento al tema del lavoro e della sicurezza sul lavoro" fatto nel suo intervento. "Un riferimento importante, che - ha aggiunto Napolitano - io ho apprezzato".
Secondo Napolitano, complessivamente il discorso di Fini è stato un intervento "certamente non di parte". Dopo i discorsi di insediamento dei nuovi presidenti delle Camere, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, spera "che su questi basi ci sia un confronto costruttivo sia alla Camera come al Senato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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