Fini: «Per i pedofili castrazione chimica»

Il presidente di An: «La pena non basta, serve un trattamento». E su Ferrara: «L’aborto non può essere oggetto di una lista»

da Roma

Contro la pedofilia serve «la certezza della pena» ma ancor di più «la castrazione chimica». Gianfranco Fini interviene al Tg1 e rilancia l’idea di misure severe contro la recrudescenza delle violenze a sfondo sessuale. Un provvedimento, quello citato dal leader di An, già adottato in California, Canada, Francia, Danimarca, Gran Bretagna e Germania e proposto alcuni mesi fa anche da Roberto Calderoli. «Mi fa piacere - osserva Fini - che anche Veltroni ora scopra la certezza della pena, la tolleranza zero. Meglio tardi che mai. Ma in questi casi non serve solo parlare di certezze della pena, occorre la castrazione chimica» per togliere «le tentazioni, le pulsioni» dei pedofili.
Sempre con un occhio rivolto al Partito democratico, Fini sposta poi l’attenzione verso l’accoglienza elettorale che la nuova creatura creata dalla fusione tra Forza Italia e An avrà nelle prossime elezioni. «Sono convinto che i giovani si riconosceranno nel Pdl, sogno per l’Italia di domani, vera novità, mentre Veltroni è vecchio, dice di voler abbassare le tasse ma chi vive a Roma come me sa benissimo quello che ha fatto». L’ex ministro degli Esteri garantisce di non essere «preoccupato» da una rimonta del Pd, «perché il Pdl è la vera speranza per il futuro, non con il pullman ma con i fatti».
Sullo sfondo il leader di An segue per tutta la giornata un’altra questione calda: quella della trattativa con Giuliano Ferrara. Il direttore del Foglio garantisce che la sua lista, a livello nazionale, è gia al 6% e continua a lavorare per l’apparentamento con il Pdl. In cambio offre la sua disponibilità a sfidare Francesco Rutelli nella partita per il Comune di Roma. La strada per il Campidoglio appare, però, ancora sbarrata all’elefantino rosso dal «no» di Silvio Berlusconi, entusiasta della candidatura di Ferrara a primo cittadino della Capitale ma poco propenso a concedere apparentamenti con la lista «Aborto? No, grazie», dopo averli negati a La Destra e all’Udc. E anche lo stesso Fini non nasconde le sue perplessità e chiede a Ferrara di desistere dall’idea di presentare un simbolo collegata a un tema drammatico come quello dell’aborto «che è un dramma e non può essere oggetto di una lista». Il giornalista, però, insiste nel porre come condizione la presenza del suo simbolo sulla scheda. Un nodo intricato e forse irrisolvibile che potrebbe far risalire, già nelle prossime ore, le quotazioni di Giorgia Meloni come possibile sfidante di Rutelli.

«Occorre impegnarsi - spiega Fini sulla questione Ferrara - per applicare meglio la legge ma non mettiamo nella scheda una lista contro l’aborto». La candidatura di Rutelli per il Partito democratico? «Questo significa che il Pd non è una novità».

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