Fini va al bar con la Polverini: «Chi vince non governa il mondo»

RomaUn caffè con la candidata Polverini. Quattro chiacchiere al bar e a un convegno, una photo opportunity, l’occasione di definirsi «ottimista» e sottolineare quanto sia «giusto andare a votare per premiare l’impegno delle tre candidate» del Lazio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, reagisce come può all’accusa di campagna elettorale «alla rovescia». Queste Regionali continuano a non scaldarlo, «è un voto per molti aspetti politico, ma non dimentichiamo che servirà a governare una regione e non l’intero pianeta...», ironizza.
Alle constatazioni messe in prima pagina dal Giornale oppone un laconico messaggio lasciato sul sito internet del quotidiano a lui vicino, il Secolo. «Trovo particolarmente efficace il corsivo scritto oggi dal Secolo». Un corsivo da lui ispirato, e così siamo al gioco degli specchi. Vale la pena di leggerlo per intero, il corsivo: «Siamo certi che Gianni Letta, che ieri ha pubblicamente più volte apprezzato le parole di Fini sulle riforme (e di questo lo ringraziamo), renderà note le ragioni per cui lo ha fatto. Siccome è difficile credere che anch’egli “non sa che domenica si vota e vuol far perdere le elezioni al Pdl”, si scoprirà così che, al pari del presidente della Camera, condivide la necessità di un approccio non meramente propagandistico al tema, specie per chi ricopre cariche istituzionali. Soprattutto si scoprirà che quanto ha detto ieri Fini non giustifica in alcun modo quanto scrive il Giornale. Del resto si sa che le ossessioni fanno vedere complotti e nemici ovunque, specie dove non ci sono. A meno che anche Letta non sia un congiurato che cospira contro Berlusconi...».
A rimarcare la linea difensiva finiana, a metà mattinata, anche i ragazzi di Farefuturo, sempre pronti alla reazione. Il direttore Filippo Rossi scrive sul web magazine: «Et voilà: hanno scelto il capro espiatorio di una possibile sconfitta elettorale. Inutile girarci attorno: si chiama Gianfranco Fini. E questa volta Vittorio Feltri non c’entra nulla, anche se ha sparato in prima pagina il colpo preventivo».
L’ultimo bagno d’umiltà ha reso assai prudente il direttore di Farefuturo: guai a scherzare con i cronisti di razza. Così continua come se procedesse su un terreno minato: «Feltri fa il lavoro suo: annusa l’aria, capisce l’andazzo e lo trasforma in notizia, megafono legittimo di una strategia ormai fin troppo chiara. Ha iniziato Bossi che, a una domanda sulle distanze tra il presidente della Camera e il Carroccio sulle politiche dell’immigrazione, ha risposto: “Vedremo i risultati elettorali. Serviranno anche a far capire chi aveva ragione”. Come se la linea sull’immigrazione fosse quella di Fini».

Ergo, conclude, «in caso di sconfitta racconteranno che è colpa di Fini: batteranno la grancassa per nascondere debolezze culturali e passi falsi strategici. Delle due l’una: o la minoranza finiana non conta nulla, e allora non c’è ragione di imputare a quattro gatti un risultato elettorale, oppure il Pdl non è così forte come vogliono far credere».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica