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Finito l’incubo Cernobyl Ecco perché i reattori saranno puliti e sicuri Gli impianti di terza generazione producono il 20% di scorie in meno e il 25% di energia in più

L’energia dall’atomo è tra i modi più puliti, sicuri ed economici per ottenere elettricità su larga scala. C’è chi lo ripete da anni e c’è chi (compreso un qualificato numero di scienziati «ex antinuclearisti») lo ha scoperto solo di recente. Il fatto però che sul tema siano cadute gran parte delle vecchie contrapposizione, rappresenta un passo avanti decisivo. Le due «ideologie» che per anni si sono date battaglie a colpi di contrapposizioni manichee, oggi, per fortuna, sono superate.
Va letta in questo clima di nuova «distensione» l’intesa firmata ieri da Enel e Edf (la Società elettrica francese) al termine del vertice italo-francese che prevede la costruzione, entro il 2020, di quattro centrali nucleari di terza generazione avanzata del tipo Epr (European pressurized water reactor).
«L’acronimo Epr identifica la classe dei reattori nucleari europei ad acqua pressurizzata - spiega al Giornale il professor Ugo Spezia, segretario generale dell’Associazione italiana nucleare -. I vantaggi, in termini di sicurezza e risparmio, sono rilevantissimi: queste nuove centrali, dette di “terza generazione”, sono 100 volte più garantite rispetto alle “cugine” della generazione precedente. Inoltre le centrali Epr presentano una produzione di scorie radioattive inferiori del 20%, mentre la loro efficienza complessiva è superiore del 25%». Ma cosa significa, esattamente, «efficienza complessiva»? «Vuol dire - sottolinea il professor Spezia - che, a parità di combustibile sfruttato, le centrali Epr produrranno il 25% in più di energia elettrica anche rispetto ai reattori più moderni».
Veniamo ora al fronte della sicurezza, quello che sta più a cuore ai cittadini. «Anche sotto questo aspetto possiamo essere tranquilli - aggiunge il segretario dell’Associazione italiana nucleare -. Le centrali Epr sono progettate in modo che, anche in caso di grave incidente, non si verifichi alcuna contaminazione all’esterno dell’impianto». Rischi per chi lavora all’interno delle centrali? «Durante il funzionamento normale dell’impianto, l’esposizione radiologica del personale è inferiore del 50% rispetto a quanto accadeva nelle centrali di precedente generazione».
Inutile negarlo, la grande opinione pubblica - dinanzi alla parola nucleare, continua a pensare a Cernobyl: «È un grande errore, perché quella centrale era un impianto di derivazione militare che i sovietici commisero la pazzia di utilizzare per scopi civili. Non c’è mai stata, in Occidente, una centrale assimilabile a quella di Cernobyl».
Ma vediamo ora gli altri punti importanti dell’accordo italo-francese che porta le firme di Berlusconi e Sarkozy. Mentre i reattori di seconda generazione resteranno attivi nel mondo fino al 2065, i primi impianti Epr si stanno costruendo in Finlandia (Olkiluoto), in Francia (Flamanville, con la partecipazione dell’Enel) e in Cina (Taishan). Le centrali Epr sono reattori a fissione in cui il nocciolo viene refrigerato utilizzando acqua naturale o leggera (per distinguerla dall’acqua pesante). I reattori Epr prevedono più sistemi di protezione: quattro sistemi indipendenti di refrigerazione d’emergenza (ognuno capace da solo di refrigerare il nocciolo del reattore dopo lo spegnimento); contenimento metallico attorno al reattore; contenitore e area di raffreddamento passivo del materiale fuso; doppia parete esterna in calcestruzzo armato spessa 2,6 metri e progettata per resistere all’impatto diretto di un grosso aereo di linea.
L’aumento dei sistemi di sicurezza ha una diretta incidenza sui costi dell’impianto che si aggirano intorno ai 4-5 miliardi di euro per ogni singolo reattore. I tempi di realizzazione? Ogni centrale - a partire dalla preparazione dell’area fino al collegamento alla rete - dovrebbe essere realizzata in circa 4 anni.

«Varianti in corso d’opera», permettendo.

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