Finmeccanica, lascia Grossi Orsi vince il secondo round

Finmeccanica, lascia Grossi Orsi vince il secondo round

Esce di scena Lady Guarguaglini. Travolta dallo scandalo degli appalti Enav, Marina Grossi si è dimessa dagli incarichi di amministratore delegato e direttore generale di Selex Sistemi Integrati. Come il marito, l’ex presidente della controllante Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, ha preferito evitare le forche caudine della sfiducia: le sue dimissioni sono arrivate infatti a poche ore dall’assemblea in programma oggi, che avrebbe dovuto ratificare l’aumento dei consiglieri da sette a nove, in modo da creare una maggioranza contraria alla Grossi e obbligarla a lasciare il timone della società di sistemi di difesa. Così, dopo l’assemblea già convocata si riunirà anche il consiglio di amministrazione per deliberare sulle cariche sociali e l’attribuzione delle deleghe operative.
Il colpo di scena arriva nel giorno in cui il presidente e ad del gruppo, Giuseppe Orsi, torna a sottolineare un messaggio di rinnovamento a 360 gradi: Finmeccanica «ha intrapreso a grandi passi la via del rinnovamento e del continuo miglioramento». «Vogliamo contribuire al rilancio tecnologico ed economico ma anche etico e sociale del nostro Paese», ha detto alla platea invitata all’Aquila per la posa della prima pietra del nuovo stabilimento di Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Finmeccanica) per il quale saranno investiti 42 milioni di euro, dopo che il terremoto del 2009 rese inagibile lo storico insediamento.
Questo a mezzogiorno: di lì a poche ore, le dimissioni di Marina Grossi confermano Orsi vincitore del braccio di ferro iniziato a fine novembre, quando il suo invito a farsi da parte «per il bene della società» era stato respinto dall’ad di Selex. Che aveva incassato anche il sostegno della maggioranza dei consiglieri, nominati prima dell’arrivo di Orsi in Finmeccanica. Orsi, che solo sette mesi fa era passato dalla poltrona di ad di AgustaWestland a quella dell’intero gruppo, e da quel momento si era di fatto posto come antagonista del presidente Guarguaglini: dalla trattativa sulle deleghe ai contrasti sulle scelte aziendali, fino alle pressioni per spingere alle dimissioni il presidente e la moglie, indagati per corruzione e false fatturazioni.
La coppia di ferro ha continuato a resistere imperterrita, ma poi la situazione è precipitata. Travolta dallo scandalo, Finmeccanica ha cominciato a perdere valore in Borsa a un ritmo vertiginoso. Le pressioni per le dimissioni del presidente del colosso aerospaziale, controllato dal Tesoro, sono diventate sempre più stringenti, fino all’intervento dello stesso presidente del Consiglio Mario Monti: e alla fine Guarguaglini si è arreso. Il primo dicembre si è dimesso, con una - poi contestatissima - liquidazione di cinque milioni e una successione organizzata nel modo più indolore possibile.

Il cda ha affidato a Orsi i pieni poteri per guidare l’azienda, nel duplice ruolo di presidente e ad, come un tempo lo stesso Guarguaglini: una soluzione che ha consentito al gruppo di non sfiduciare pubblicamente il presidente e di proseguire all’insegna della continuità. A questo punto, anche la sorte di Marina Grossi era segnata: la sua uscita di scena era questione di giorni. Ieri, il giorno è arrivato.

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