Dirompente come al solito, Roberto Benigni ha fatto irruzione accompagnato dalla sua musichetta per il gran finale di #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend. Quaranta minuti di esibizione con un lungo monologo sull'attualità e «L'inno del corpo sciolto» in duetto con Fiorello. Una scarica elettrica che ha contagiato tutta la platea, come sempre farcita di personaggi da copertina. Ieri si scommetteva sugli ascolti della quarta e ultima serata fitta di super-ospiti. E stamattina si vedrà se sarà record oppure no. Comunque vada, per la Rai di questi tempi è stato ben più che un successo. Una manna. Niente quinta puntata però («sono pigro e stanco e ho 52 anni»). E nemmeno «Il meglio di». Arrivederci a chissà quando.
Comunque sia, vista l'aria che tira, meglio tenerselo stretto Fiorello, «ilpiùgrandeintrattenitoredopoilbigbang» (alla faccia dei rosiconi), come si è visto anche ieri sera in tutto il suo eclettismo di cantante, comico, monologhista. Prima una versione aggiornata di «Alla fiera dell'est», trasformata nella «fiera del premier, che per due soldi un pochettino le tasse aumentò». «E venne l'Ici che si mangiò l'Irap... E la Robin tax che con gioia l'italiano pagò, che per due soldi non scorderai proprio il canone Rai» (ricordato anche nei break pubblicitari). Poi Vespa che «stasera me, a prendo comoda e non lo faccio andare in onda, tanto dopo di noi rifà il nostro spettacolo». E Frizzi, inguaribile ottimista. E Floris, animatore di villaggio turistico pure lui, ma chi ha frequentato i suoi ora «fa il black bloc».
Poi ancora musica e il duetto tra (Roberto) Bolle e «bollito», perché «lo sapete, volevo fare il ballerino». Però «lui è un'étoile e io 'na toilette».
Oltre a Benigni, l'altro big della serata è stato Jovanotti, che dal suo bellissimo disco ha prestato la cover per il titolo dello show. Buona musica e soprattutto un testo formidabile, da far ascoltare e riascoltare ai nostri pischelli perché imparino che il più grande spettacolo dopo la nascita del mondo «siamo io e te», «altro che il cinema, altro che la tv, altro che il sabato, altro che internet, altro che Supermen...». Rivisitata per l'occasione: «Altro che i Negramaro, altro che Twitter, altro che i Coldplay, altro che Baldini... Il più grande spettacolo dopo il week end siamo noi, io e te»: Jovanotti e Fiorello.
Già, i pischelli, gli sbarbati, gli adolescenti. Ai quali Fiorello ha dedicato i suoi monologhi più trascinanti. Come quello di ieri sui profilattici, parolona che secondo qualcuno in Rai non si potrebbe pronunciare. E allora, per smascherare ipocrisie e perbenismi, Fiore sfodera tutti i sinonimi del caso... «Il profilattico chiamatelo come volete, anche Tindaro come me», perché se previene l'aids è come il Beghelli, un «salva la vita pischelli». Fiorello ha ricordato che il profilattico «è contro le malattie, contro lAids» e ha invitato i genitori dei ragazzi a far sì che venga utilizzato, «perchè i pischelli ci danno eh...». E poi la battuta sulla statua del cavallo di viale Mazzini, allingresso della sede Rai: «Al posto del cavallo ci andrebbe una enorme scatola piena di profilattici». Fortuna che c'è uno showman dal tocco leggero che può permettersi digressioni e allusioni spericolate grazie al pieno controllo di testi e linguaggi, paradossi e sfumature comiche. Tecnica e talento, insomma. Ma anche la capacità di rischiare, di mettersi in gioco da padre cinquantenne di due ragazzi. Uno dei fili conduttori delle serate fiorellesche è stato proprio questo. Genitori e figli, l'educazione, l'età difficile dell'adolescenza, la comunicazione tra generazioni.
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