RomaLei si è sempre autoproclamata fulgido esempio di una destra moderna, leale, coerente e liberale. Flavia Perina, amazzone finiana fino a pochi giorni fa al timone del Secolo dItalia, ha messo il giornale che fu di An sulla rotta dellantiberlusconismo più feroce, seguendo il nuovo corso di Gianfranco. Lo ha fatto con passione e spavalderia fino a quando, legittimamente da un punto di vista liberale, i suoi ex compagni di partito rimasti fedeli al Pdl hanno eccepito: «Ma perché il quotidiano, che è anche nostro, ogni giorno ci riversa addosso quintali di fango?». Legittimamente, da un punto di vista liberale, il nuovo consiglio damministrazione - ossia leditore - ha deciso che la linea politica del Secolo non era più gradita. Aveva sbandato troppo. Quindi, Perina, prego si accomodi. Capita che agli editori non piacciano più i direttori e li sostituiscano. È accaduto e accade con o senza liti, con o senza malumori, ma soprattutto succede anche nei Paesi dove governa una destra moderna, leale, coerente e liberale cui la Perina anela ma che non riconosce in quella berlusconiana.
La destra moderna, leale, coerente e liberale che ha in testa lex direttora di ferro è quella che prende carta e penna e scrive al direttore del giornale più a sinistra che cè. «Caro Padellaro», si sfoga infatti la Perina al Fatto Quotidiano, e giù una sequela di insulti a chi non se lè sentita di tradire il mandato elettorale. «Fascisti!», è limproperio più soft rivolto agli ex amici di una vita, dato da una camerata doc, furente per aver perso la poltrona. Lei sè ripulita, il finismo lha emendata, ma gli altri no: «Sono stati Ignazio La Russa e Massimo Corsaro a mostrare che sotto gli abiti di sartoria quel mondo è rimasto lì, alla vecchia San Babila, tra il mito ridicolo ma vagamente inquietante del santo manganello e dello scaciato populismo in camicia nera dei loro anni 70».
«Sturmtruppen al Secolo» è il titolo di una paginata in cui la Perina scalcia e dà agli ex colonnelli di An degli «impresentabili», «ciarpame dellanticomunismo fuori tempo massimo» e, prendendo a prestito Camillo Langone, dei «rottami della storia», «umanoidi», «color nero di seppia, o fogna».
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