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La firma di Mancini, ultimo record dell’Inter

Il tecnico alimenta il tormentone: «Non c’è ancora nessun accordo con Moratti». E pensa già a Valencia: «Passeremo il turno»

La firma di Mancini, ultimo record dell’Inter

Appiano Gentile - «Scusi signor Mancini - fa una giornalista non avvezza alla frequentazione assidua di Appiano Gentile -, sento parlare continuamente di questa benedetta firma sul contratto che prevede il suo rinnovo, ma questa firma non arriva, se siete d’accordo su tutto, mi può spiegare...».
«È tutto molto semplice - risponde il signor Mancini -. La firma non c’è perché non c’è alcun accordo con Moratti, e non abbiamo mai fatto cene assieme, quindi è normale che la firma non ci sia».
Sono circa le 13,45 del pomeriggio di ieri e a circa una cinquantina di chimometri di distanza, Milano, via Rosellini, consiglio di Lega, a Massimo Moratti viene indirizzata la medesima domanda, con un’aggiunta: «Ma non doveva esserci oggi la firma di Mancini?». Il presidente la prende molto bene, riportano i testimoni, sorride e risponde: «No, non è oggi».
Riducendo all’osso domanda e risposta, questo è quanto uscito ieri. In realtà Roberto Mancini aveva spiegato: «Come abbiamo ripetuto tante volte, non c’è alcun tipo di problema e questo al di là della firma sul contratto. Ma non c’è stata alcuna cena, anche se io e il presidente ci vediamo spesso come è giusto che sia fra allenatore e presidente».
Il record della firma più lunga del mondo in casa nerazzurra, detenuto da Ronaldo prima di lasciare il Barcellona, è già stato abbondantemente abbattuto. L’Inter è così, s’infila nei record e non c’è verso di fermarla, ha ragione Mancini quando dice di non dare troppo peso al pari di mercoledì con l’Udinese: «Prima o poi doveva succedere, ma non siamo in un periodo difficile, contro il Valencia il risultato è stato bugiardo e se mercoledì ripetiamo quella gara, secondo tempo compreso, vinciamo e passiamo ai quarti».
Mancio in realtà dà l’idea di vivere un momento molto tonico: «Non baratto affatto il passaggio del turno in Champions con il derby - precisa -. Si può vincere a Valencia e con il Milan. Abbiamo preso dei gol perché ci sono state disattenzioni per troppa leggerezza o eccessiva sicurezza, mentre io pretendo sempre la massima concentrazione».
Livorno, Valencia e derby, in realtà è la gara di mezzo che darà una svolta alla stagione. Mancini con il Livorno ha scelte obbligate: «Crespo è squalificato, Adriano non so in quali condizioni sia, Recoba sta solo recuperando». Cruz dovrebbe fare la prima punta e Mariano Gonzalez la seconda, esperimento già visto a Marassi in coppa Italia (3-0) dove c’era Crespo al posto del Jardinero. A proposito di Adriano, hanno scoperto che beve lo spumante a canna come i vincitori dei gran premio di Formula 1, solo che lui passa per un beone maleducato, i piloti invece festeggiano anche se non è il loro compleanno. Adriano deve rispondere con qualche gol, non ha alternative.
Non sarà un momento delicato, ma gli infortuni lo rendono tale: «Cambiasso per il derby potrebbe anche rientrare, non Vieira. Dacourt sta bene e gioca, come Stankovic che mercoledì ha riposato». Vietate le domande sul portiere: la presenza di Toldo mercoledì è stata un premio alla professionalità, il titolare resta il brasiliano.


L’unico problema è recuperare in fretta le energie, talmente in fretta che, potendo, Mancio la trasferta di Livorno l’avrebbe evitata, e Spinelli lo ha anche sperato.

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