Fischio d’inizio, l’arte al centro

I n uno degli stand del Miart, la fiera dell’arte che inaugura oggi, troneggia uno strano biliardino. Sul campo di gioco uno specchio con la sagoma del Mar mediterraneo, e i giocatori vestono ventidue maglie ognuna diversa dall’altra a rappresentare tutti i Paesi dell’area. Il biliardino è opera dell’artista torinese Michelangelo Pistoletto e alle 18 il fischio d’inizio darà il via a un inconsueto match che vede sfidarsi i giocatori Massimo Ambrosini, Andrea Pirlo e Marco Borriello con gli artisti Getulio Alviani, lo stesso Pistoletto e Alberto Garutti. L’incontro sarà commentato da una vecchia gloria del calcio parlato, Bruno Pizzul, che manderà in onda la cronaca su Radioartemobile, network fondato dal critico Mario Pieroni che promuove sul web progetti e proposte di ricerca sull’arte contemporanea in collaborazione con artisti di tutte le discipline. La partita, che vede la partecipazione anche del general manager rossonero Ariedo Braida, da sempre appassionato collezionista d’arte, dà il via virtuale alla 15ma edizione della fiera milanese che per quattro giorni vede concentrare a Fieramilanocity le maggiori gallerie italiane. Da un paio d’anni a questa parte, Miart si è risollevata dal ruolo di gregaria rispetto alle kermesse regine del mercato nazionale, Artefiera di Bologna e Artissima di Torino. Un ruolo decisivo alla rimonta lo ha dato Giacinto Di Pietrantonio, uno tra i critici più accreditati dal sistema e che anche quest’anno è direttore artistico della fiera. È soprattutto grazie alle sue potenti intercessioni che, ad esempio, la kermesse è riuscita finalmente ad acquisire le maggiori gallerie milanesi fino a ieri riluttanti a noleggiare stand in Fieramilanocity: come i big Massimo De Carlo e Studio Guenzani. A cui quest’anno si aggiungono altri pezzi da novanta, come la «storica» Giò Marconi di via Tadino, e il bresciano Massimo Minini, papà e mentore della giovane Francesca Minini, giovane ma agguerrita titolare dell’omonima galleria, ora anche membra della commissione selezionatrice di Miart. Buon sangue non mente. Sempre Di Pietrantonio è curatore di una mostra al Pac che vede rappresentate molte delle suddette gallerie, a riprova del fattivo spirito di collaborazione tra la fiera e il Comune. E adesso via, si aprono le danze e, sperano i galleristi, anche i portafogli dei collezionisti. «L’anno scorso -dice Di Pietrantonio- c’è stato un boom di visitatori e, malgrado la crisi, le gallerie hanno incassato al Miart otto milioni di euro».

La nuova «gestione» ha puntato soprattutto al contemporaneo che in passato era il vero tallone di Achille della fiera milanese. «Quest’anno le gallerie contemporanee sono raddoppiate -dice soddisfatto- a conferma che la capitale del mercato non può non guardare all’innovazione».

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