Fisco, Romano se ne va ma insiste: «Giusto pubblicare i 740 su internet»

Il fedele numero uno del Fisco se ne va, ma salvando l’ex viceministro Visco. Massimo Romano, interrogato ieri dal procuratore aggiunto di Roma Franco Ionta e al pm Francesco Polino, che due settimane fa lo hanno indagato per l’ipotesi di reato di violazione della privacy dopo la pubblicazione sul web del reddito di milioni di contribuenti, ha spiegato che è stata una decisione assunta in totale autonomia. Un provvedimento amministrativo - ha aggiunto - adottato in omaggio alla trasparenza e che soprattutto non ha avuto alcuna ispirazione politica, né input occulto dall’ex viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco. Assistito dall’avvocato Fabrizio Spagnoli, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha risposto per circa due ore alle domande dei magistrati. In sostanza Romano ha ribadito anche in Procura ciò che spiegò in una lettera al garante della privacy Francesco Pizzetti. Romano aveva poco prima rassegnato le proprie dimissioni, ma non ha rinunciato a sottolineare la legittimità del proprio operato. «Il mio mandato - ha detto - è in scadenza ed è naturale, in assenza di una conferma, lasciare. Si tratta di una regola fisiologica, dello spoil system e ritengo sia fisiologico lasciare l’incarico».

Il direttore uscente, confermando che non ci sarà slittamento per le oltre 100mila lettere che la stessa agenzia dovrà inviare ai contribuenti italiani in base agli studi di settore, ha invece aggiunto che «è possibile invece che slitti la prevista ristrutturazione dell’Agenzia delle Entrate in attesa dell’insediamento del nuovo direttore».

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