Spa Francorchamps - Sarebbe immorale considerarlo un pilota triste. Osservando il suo yacht ormeggiato davanti alla curva delle Piscine a Montecarlo, al più lo si può definire un gran pilota triste, un gran milionario triste, certamente un gran giallorosso triste.
Giancarlo Fisichella è un ragazzone romano e romanista non più ragazzo perché le primavere sono trentasei e i Gran premi duecentoventitré. Giancarlo è un gran pilota triste perché, a parte una bella esperienza alla Renault vincente di Alonso, per lui il dio dei motori ha sempre e solo scodellato team di seconda fascia, facendogli credere e sognare che un giorno, chissà quando e chissà dove, avrebbe incontrato lei. Sì, Fisico è un gran pilota triste solo per amore. Perché è una vita, quattordici anni, che sente il profumo di quella Rossa meravigliosa e la corteggia e a suo modo cerca sempre d’incrociarla, facendo finta di niente, dando l’idea che sia lì per caso, ma caso non è. Tutte le sante volte che lei, l’irraggiungibile, ha avuto questioni da risolvere, dubbi da valutare, scelte da prendere, Fisico si è sempre fatto trovare pronto. Senza sbandierare l’appuntamento, senza strombazzarlo, solo e professionalmente pronto.
Successe nel 1995, era un ragazzino, quando assieme a Luca Badoer, Gianni Morbidelli e Pierluigi Martini la sfiorò per la prima volta. L’amava fin da bambino, ma quel giorno l’amore divenne tormento. Accadde a Fiorano, due ore con la Rossa, quel profumo inebriante e poi... E poi niente. Eppure è sempre stato considerato il pilota più veloce e continuo partorito nei Novanta dall’acerba Italia dei motori.
Fisico è un gran pilota triste perché a fine 2003 arrivò tremendamente vicino al matrimonio con la Rossa inaccessibile. Era dicembre, era una cena, era Natale e il presidente Montezemolo annunciò che poteva esserci un volante per lui. Chiaro il senso: intanto farà il collaudatore assieme a Badoer e Massa e se son rose, con Barrichello in scadenza di contratto a fine 2004, chissà mai per il 2005... Già, mai. Rubens rimase un altro anno in Ferrari e mai Fisico sentì più così da vicino il profumo della Rossa. Però vinse in Australia all’esordio sulla Renault. Mica male.
Qui a Spa, la Scala del motorismo, dove servono attributi vistosi per picchiare sull’acceleratore che diventano ipertrofici quando piove, ecco, qui Fisico ieri con la Force India è stato sempre il più veloce sul bagnato e ha concluso le prove sull’asciutto con il sesto tempo assoluto: a tre decimi dal leader Hamilton e a due dal primo ferrarista, Raikkonen, terzo. Ultimo l’altro uomo della Rossa, Luca Badoer, a uno virgola sette secondi da Fisico. Una vita. Fatto sta, il romano è uscito dal box, ha acceso il telefonino e il messaggino sui risultati delle prove libere destinato agli appassionati gli ha detto che «aho, c’è il primo, c’è il secondo, c’è anche Luca (Badoer, ndr), a me non mi hanno messo...» è sbottato ridacchiando Giancarlo.
La vita del gran pilota triste è questa: far bene però mai abbastanza, e attendere da sempre che un giorno la Rossa gli si conceda. Anche per poco, finché Felipe non torna, basterebbe Monza, Gran premio d’Italia, corsa di casa, corsa che ama e poi, a 37 anni, si adatterebbe sereno a un futuro da collaudatore del Cavallino. La sua esperienza accanto a quella di un giovane da far crescere.
Fisico ripete che «guidare la Ferrari sarebbe un sogno e ripagherei la fiducia, però sono sorpreso da queste voci» perché è scottato dalle troppe illusioni, dai troppi ostacoli incontrati. Fresca leggenda narra che Schumi consigliere non lo voglia, che Schumi non l’abbia mai troppo amato; leggenda ancor più fresca e certificata racconta che sia stata proprio l’enormità tedesca a spingere per scegliere il lento collaudatore veneto. Badoer l’eroe di tutti noi che però ieri era di nuovo ultimo, ancora a due secondi.
Badoer che dice «posso migliorare» e a metà libere telefona a Schumi per chiedere consigli; Badoer che si ostina a crederci e per questo fa simpatia e tenerezza.Però, ammettiamolo: fa più tenerezza il gran pilota triste che da sempre corteggia la Rossa e dalla Rossa non ha ricevuto nulla. Neppure una carezza.
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