Fitto frena Calderoli: «Garantire le aree deboli»

Il ministro azzurro: «Federalismo necessario, con equilibrio». L’Irpef alle Regioni? «Difficile»

da Roma

L’Irpef alle Regioni? Si rischia di creare una netta differenza nel Paese, «e non ci vuole uno scienziato a capire che il reddito imponibile è diverso tra territori». Parola del ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto che prende decisamente le distanze da Roberto Calderoli, titolare della Semplificazione e autore della bozza sul federalismo fiscale su cui da mesi si sta cercando una convergenza sia all’interno della maggioranza che tra maggioranza e opposizione.
Fitto, peraltro, ha chiarito che il provvedimento non sarà portato al Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. «Nelle bozze discusse – ragiona l’esponente di Forza Italia – non c’è mai stata l’individuazione specifica di quali devono essere i tributi da regionalizzare, ma c’è stato solo un ragionamento sui principi. È evidente che il tema dell’Irpef è abbastanza complesso perché segna una netta differenza tra Regioni e Regioni, anche perché comporta grosse difficoltà tecniche: penso all’accertamento e alla riscossione, e obbligherebbe a un aumento notevole del fondo di perequazione».
Per queste ragioni, conclude il ministro per gli Affari regionali, «penso sia corretto limitarsi a una valutazione di carattere generale sui principi e aspettare una verifica più tecnica che sicuramente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, farà».
Parla davanti alla platea di Confartigianato, il ministro Fitto, e ribadisce che per il Sud la sfida del federalismo «è necessaria, inevitabile, ineludibile», ma che tuttavia le garanzie da dare alle aree deboli «non devono essere un’assicurazione senza data, altrimenti commetteremo un nuovo errore». Sulla perequazione, Fitto ha poi sottolineato «che è una ovvietà che la perequazione debba essere verticale, cioè gestita dallo Stato, lo dice l’articolo 117 della Costituzione. È un aspetto che un ddl non può aggirare. Anche la garanzia dei livelli essenziali di assistenza – ha proseguito il ministro – è prevista dalla Costituzione». E ancora, sulla fase di transizione, ha osservato che è passata da un anno a tre, «e probabilmente arriverà a cinque anni».
Sulla questione Irpef Calderoli preferisce non esprimersi per evitare una polemica con il suo collega di governo.

Oggi, intanto, il ministro leghista darà il via al suo tour per il Sud. In Calabria incontrerà il governatore Agazio Loiero, in Sicilia prima il presidente della Regione Raffaele Lombardo e poi il presidente del Senato Renato Schifani.

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