Cronache

Fiumi di parole per seppellire le tasse

Plinio: «È in atto una serie di misure antidemocratiche per impedirci di prendere la parola»

Fiumi di parole per seppellire le tasse

Manovra finanziaria più che mai a rischio in Regione, sotto i colpi della minoranza che si prepara a proseguire l'ostruzionismo duro - oltre 3mila emendamenti e 150 ordini del giorno - anche nella seduta di consiglio convocata per questa notte, mezz'ora dopo le ventiquattro. E proprio per scongiurare la possibilità, ormai molto concreta, di far saltare il termine ultimo per l'approvazione dei provvedimenti della giunta, in particolare l'aumento delle tasse, il centrosinistra non trova di meglio che imbavagliare la minoranza, impedendole di parlare! «È un vero e proprio colpo di stato, quello messo in atto dalla maggioranza» tuona Sandro Biasotti, ex presidente della giunta ligure e attuale capo del gruppo «Per la Liguria» nella Sala verde di via Fieschi. Che torna a smentire con puntiglio «i falsi buchi della sanità», e spiega: «Appellandosi a cavilli procedurali e a interpretazioni partigiane del regolamento, il presidente dell’assemblea Mino Ronzitti e gli altri esponenti della maggioranza (escluso il solo, correttissimo Rosario Monteleone della Margherita) hanno deciso di escludere me e altri rappresentanti dell’opposizione dal dibattito». «Bella democrazia - interviene Gianni Plinio, capogruppo di An, e fra coloro che più hanno spremuto le corde vocali per fare filibustering contro «la manovra iniqua, ingiustificata e ingiustificabile che vuole far pagare ai liguri l’incapacità di governo di Burlando e soci». Non per questo però, sottolinea con decisione Luigi Morgillo, capogruppo di Forza Italia, «abbiamo rinunciato alla nostra opposizione. Anzi, i tentativi di metterci il bavaglio non fanno altro che inasprire la lotta contro la manovra che il presidente della giunta e l’assessore Pittaluga in prima persona hanno deciso di far passare a tutti i costi».
La minaccia del centrodestra è presto definita: «Abbiamo già predisposto 2600 emendamenti, ma certamente arriveremo a superare i 3mila - precisano all’unisono Biasotti, Plinio e Morgillo che sono stati raggiunti nel frattempo dagli agguerritissimi Matteo Rosso (Fi), Francesco Bruzzone (Lega) e Fabio Broglia (Udc) -. Di questo passo, ci vorrà una settimana almeno per esaurire tutti gli interventi». Questo significa che, poiché la manovra finanziaria dev’essere tassativamente approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro fine mese, i termini si possono considerare più che compromessi. «A meno che - insinua Biasotti - la maggioranza non decida di rinviare la discussione del Documento di programmazione economica e finanziaria, privilegiando il dibattito e il voto sulle tasse. Sarebbe un fatto inaudito, inconcepibile, unico nella storia dell’assemblea regionale, non solo a livello ligure!». Sarebbe - riprende ad attaccare Plinio - come certificare ufficialmente che «ci troviamo di fronte a modi e metodi assolutamente antidemocratici».

Pessimo risultato per l’esordio di una giunta che aveva promesso pulizia morale e rigore nei conti, e finisce ora nell’occhio del ciclone anche televisivo delle Iene e del Gabibbo di «Striscia la notizia», pronti con le loro squadre d’assalto a partecipare all’apertura del primo consiglio regionale a «effetto-mezzanotte».

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