Cultura e Spettacoli

Flaubert ci insegna che il volontariato letterario è alla portata di tutti

L'università di Rouen mette su internet tutto il manoscritto di «Madame Bovary» con la sua versione dattilografa a fianco, frutto del gratuito lavoro di quattrocento copisti

Flaubert ci insegna che il volontariato letterario è alla portata di tutti

Il saggio è colui che sa accettare un buon consiglio e soprattutto colui che sa seguire un esempio virtuoso. E qui ci rivolgiamo a tutti quelle persone intelligenti che potrebbero ispirarsi a quanto successo in Francia. E per la precisione a Rouen. Qui, infatti, i responsabili della biblioteca comunale hanno presentato nei giorni scorsi il frutto di un lavoro collettivo (e di puro volontariato) dedicato a Gustave Flaubert (1821-1880) e alla sua opera più conosciuta, letta e celebrata: Madame Bovary, il cui manoscritto originale è stato digitalizzato e messo a disposizione degli utenti del web.
Dal 1914 la città normanna accoglie nella sua biblioteca un tesoro davvero prezioso. Si tratta del manoscritto del celebre romanzo. Questo manoscritto fu donato all'epoca dalla nipote di Flaubert e da allora è stato letto, compulsato e studiato da centinaia o forse migliaia di studiosi. Si tratta di una voluminosa pila di carte composta da oltre 4.500 brogliacci che Flaubert è andato riempiendo lungo i sei anni di stesura del romanzo.
Ora però sarà a disposizione del grande e popoloso mondo di internet. Un gruppo di ricercatori e di studenti della locale università, sotto la lungimirante guida della professoressa Danielle Girard, si sono infatti presi la briga di digitalizzare tutto quel materiale. In buona sostanza si sono messi lì a copiare sul computer il testo parola per parola riportando tra le righe e sui margini dei fogli anche le correzioni e i ripensamenti dello scrittore francese.
Un lavoro mastodontico e massacrante. Che però ha portato un frutto davvero notevole. Tanto che adesso chiunque, e in qualunque parte del mondo, può spulciare tra le pieghe del manoscritto di Flaubert restandosene comodamente a casa propria. E non solo. Può ammirare (o criticare) la sua grafia e aiutarsi con la versione dattilografata a fianco. Il tutto davvero a portata di mouse sul sito www.bovary.fr.
Il sito internet creato appositamente per questo capolavoro della letteratura francese del XIX secolo permette quindi di leggere i «fogli» originali del romanzo (compresi i brani poi cancellati o nella loro prima stesura), che sono stati appositamente trascritti da quattrocento volontari dal 2005 a oggi. Secondo la professoressa Girard, questo lavoro permetterà agli studiosi di tutto il mondo di entrare direttamente nella fucina dello scrittore, esaminando con attenzione e puntualità le varie fasi di maturazione del capolavoro narrativo di Flaubert. E il tutto a costo zero ma con somma soddisfazione di tutti i partecipanti all'impresa (il nome di ogni singolo copista è posto in calce a ogni pagina dattilografata).
Visto che tutti i nostri ragazzi sanno come si usa un computer e molti di loro sono anche capaci di maneggiare con perizia i più sofisticati programmi di digitalizzazione di foto e immagini, non dovrebbe essere poi così difficile convincerli a proporsi come volontari per un'opera colossale quanto «leggera», universale quanto personale come quella portata a compimento dai ragazzi di Rouen.
Pensate la soddisfazione dei nostri ragazzi nel dare corpo a un monstrum telematico nato dall'unione dell'antico (il foglio manoscritto trasferito sul computer grazie allo scanner) e la sua versione «moderna». Forse qualcuno potrebbe avanzare l'obiezione che si tratti di un lavoro alla portata esclusiva di grafologi, filologi e linguisti (se pur laureandi). In verità si può ricorrere alla vocazione digitale dei nostri ragazzi anche per opere già stampate ma che difficilmente potrebbero trovare in un prossimo futuro nuovi editori.

La scuola italiana, in questo senso, potrebbe essere la palestra ideale per un'idea di volontariato culturale che aiuti la diffusione e la conservazione del nostro patrimonio letterario consentendo a un tempo ai nostri giovani di sentirsi partecipi e di imparare anche qualcosa dal contatto così ravvicinato con i nostri capolavori.

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