Il Fli: Dio, patria e famiglia gay. Urso segretario a sua insaputa

Il viceministro indicato come leader: "Sorpreso, non è detto che nasca un partito". E già si litiga sulle alleanze

Roma «Non è detto che nasca un partito,potrebbe essere un’altra co­sa ». Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo economico ed esponente di Futuro e libertà, è «sorpreso» di essere stato indicato dal Foglio co­me il primo segretario della forma­zione finiana che, dopo la conven­tion di Generazione Italia del 6 e 7 novembre, potrebbe indire un con­gresso fondativo in primavera. «Siamo in attesa del documento o, quanto meno, di conoscere i con­tenuti del discorso di Berlusconi e, in ogni caso, gli voteremo la fiducia perché intendiamo proseguire nel­l’azione riformatrice del governo, soprattutto, per il Mezzogiorno». In­somma, fino alla fine del mese non si muoverà foglia anche se l’agenda dei parlamentari vicini al presiden­te della Camera è ricca di impegni e di incontri volti alla fidelizzazione verso la nuova idea politica finiana. La possibilità che si formi un grup­po di «responsabilità nazionale» li ha indispettiti. «Il quarto gruppo le­gittima il terzo», commenta Urso. Secondo il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, sotto traccia Fli sta già programmando la fase-due, cioè un partito. Che nascerebbe con due anime: la corrente più radi­cale, Generazione Italia, dovrebbe essere guidata da Italo Bocchino e Carmelo Briguglio, mentre quella più dialogante, Spazio Aperto, tro­verebbe i suoi leader nelle «colom­be » Pasquale Viespoli e Silvano Moffa. L’obiettivo, scrive Il Foglio , è fare la terza gamba della maggio­ranza, mentre l’eventuale confluen­za nel terzo polo di Casini e Rutelli avverrebbe al termine dell’attuale legislatura. Va detto che, tranne i noti pasda­ran , i finiani non hanno mai aperta­mente parlato di un nuovo partito. Ma c’è un problema politico. «Ci è stato detto che le idee di Fini sono incompatibili con quelle del Pdl- ar­gomenta il vicecapogruppo alla Ca­mera Benedetto Della Vedova - e, quindi, se non cambia nulla, nessu­no di noi rinuncerà a fare politica così come non finisce una partita di calcio se qualcuno si porta via il pal­lone ». I «futuristi» si spenderanno in primo luogo per l’annullamento delle determinazioni dell’ufficio di presidenza del 29 luglio scorso e, in caso contrario, prenderanno defini­tivamente la loro strada. Un percorso tortuoso considera­to che a Mirabello assieme ai nostal­gici del «boia chi molla» si mescola­vano le bandiere di GayLib , l’asso­ciazione vicina al centrodestra che si batte per le coppie di fatto e le ado­zioni degli omosessuali. «L’ultima cosa che mi divide dal cattolico Buo­nfiglio è la bioetica», assicura Della Vedova aggiungendo che «non stia­mo facendo il “partito dei laici”». Valori diversi e diverse concezio­ni dell’economia in Fli, per il mo­mento, convivono. Resta aperta una questione: che si farà con Casi­ni? Per Urso è lecito pensare a una nuova articolazione del centrode­stra che ricomprenda non solo Pdl e Lega, ma anche Fli e l’Udc. La pal­la viene sempre gettata dall’altra parte del campo.

«La situazione non dipende da noi», aggiunge l’ex esponente radicale. Nessun timore che qualche compagno di viaggio possa non seguirli nella nuova av­ventura. «Il Pdl ha perso 45 parla­mentari, è logico che anche noi po­tremmo perderne uno o due».

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