New York - Un rogo di libri del Corano per comemmorare i dieci anni dall'11 settembre. Incurante degli appelli di diplomatici e generali, sindaci e capi religiosi, un pastore battista americano rischia di infiammare - letteralmente - il mondo islamico: dall’America invita a "bruciare in piazza il Corano". E nonostante siano sempre più numerose e autorevoli le voci di coloro che lo invitano a soprassedere (dall’Osservatore Romano alle Comunità Islamiche d’America, dal comandante delle forze internazionali in Afghanistan, generale David Petraeus, a quello della Nato, Anders Rasmussen), padre Terry Jones, 63 anni, responsabile del Dove Outreach World Center di Gainesville, in Florida, ha ribadito oggi la sua volontà di andare avanti. Per il prossimo 11 settembre i suoi fedeli sono invitati a "raccogliersi in preghiera per bruciare insieme in piazza una copia del Corano". È quello a suo avviso il modo "veramente cristiano" per onorare le vittime degli attentati del 2001. Secondo padre Jones, è venuto il tempo di "lanciare un messaggio chiaro ai musulmani radicali" del mondo: "Sappiano - ha ribadito oggi, intervistato dalla CNN - che l’America non tollererà più la loro jihad. Non vogliamo offendere nessuno. Ma dire che siamo offesi quando bruciano in piazza la nostra bandiera o la Bibbia. Loro non hanno problemi a farlo. Perchè dovremmo averne noi?".
Il dissenso di Bloomberg Parole incendiarie che gettano benzina sul fuoco del dibattito circa l’opportunità di aprire una moschea a Ground Zero a New York. La stessa Casa Bianca si è detta oggi "preoccupata": "questo tipo di azioni mettono in pericolo le nostre truppe in Afghanistan, e sono fonte di inquietudine per no" ha detto il portavoce, Robert Gibbs, mentre il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha definito "disgustosa" l’iniziativa del pastore Jones: "Ma - ha ammonito - la sua azione è protetta dal diritto alla libertà di espressione. Non possiamo applicarlo solo alle situazione che approviamo". Inviti a fermare "questa islamofobia" sono venuti anche dai leader di tutte le fedi religiose, che da Washington hanno lanciato un appello congiunto alla tolleranza.
Vaticano: "Gesto di oltraggio" La proposta di bruciare il Corano l’11 settembre, anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, è stata duramente condannata dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. "A quei deprecabili atti di violenza, infatti - afferma in una nota - non si può porre rimedio contrapponendo un gesto di grave oltraggio al libro considerato sacro da una comunità religiosa".
La condanna della Ue L’Unione Europea "condanna" con forza il progetto di una piccola Chiesa evangelica della Florida che, in occasione dell’anniversario dell’11 settembre, vuole dar fuoco a decine di copie del Corano. La condanna dei 27 arriva per bocca di Catherine Ashton, capo della diplomazia dell’Ue. Al-Azhar, la massima istituzione sunnita del Cairo, la Lega araba e i fratelli musulmani hanno condannato oggi il progetto di un gruppo evangelista americano di bruciare il Corano.
Bloomberg difende il diritto a bruciare Il sindaco di New York Michael Bloomberg, non vuole limitare il diritto di bruciare il Corano invocato da un controverso pastore della Florida. "Curiosamente, sono qui per difendere il suo diritto di farlo. Ritengo che sia un gesto di cattivo gusto. Non penso che a nessuno piacerebbe se qualcuno bruciasse un libro della sua religione che lui pensa sia sacro".
"Ma il Primo Emendamento protegge tutti - ha detto - non si può dire che possiamo applicare il Primo Emendamento solo ai casi con cui ci troviamo d’accordo". "Se si vuole poter dire ciò che si vuole dire nel momento in cui lo si vuole - ha concluso Bloomberg - bisogna difendere il diritto degli altri anche se non si è d’accordo con loro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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