Il flottante di Edison è all’11,4%

da Milano

Edison è tornata a ricostituire il flottante, che ieri era salito all’11,4%, contro l’8,5% richiesto come condizione per l’Opa: il 28 febbraio Jp Morgan è infatti scesa sotto il 2% del capitale. In precedenza aveva il 4,628 per cento. Il 24 febbraio anche l’altro istituto socio, Mediobanca che aveva il 4,589%, era sceso sotto la soglia rilevante. Tutte le quote sono state cedute a investitori istituzionali: nei giorni scorsi era passato di mano anche un blocco dell’1,5 per cento. Tra le banche che si era detto potevano essere interessate all’acquisto c’erano Popolare Italiana, Popolare Milano e Banca Intesa. Le voci non avevano comunque trovato alcuna conferma. Quasi certamente, invece, tra i nuovi soci c’è Generali. Difficilmente tra gli acquirenti ci potrebbero essere investitori stranieri, che per tradizione entrano in società che hanno un flottante ben più consistente di quello di Foro Buonaparte. La quota di flottante potrebbe salire a circa il 20% se saranno convertiti tutti i warrant attualmente in circolazione: la scadenza è a fine 2007. Circa la metà dei warrant è in mano al finanziere Romain Zaleski, che ne possiede 519 milioni sul miliardo (circa) in circolazione. Se li convertirà tutti verrà ad avere una quota di capitale intorno al 5 per cento. Dal 2003 sono stati convertiti un centinaio di milioni di warrant da parte di piccoli azionisti. Al momento la conversione non è conveniente perché il warrant quota 0,85 euro a Piazza Affari, mentre il titolo Edison quota 1,7 euro: per arrivare in parità l’azione dovrà arrivare almeno a 1,85. Il costo di conversione del warrant è infatti di un euro. Gli operatori si chiedono tuttavia se Zaleski terrà fino alla fine i warrant in suo possesso o se l’ingresso in Generali non lo spingerà a monetizzarla per coprire la spesa per l’acquisto della partecipazione nella compagnia triestina. Edison è controllata al 71,2% da Transalpina di Energia, che a sua volta è controllata pariteticamente da Delmi (Aem Milano e i suoi alleati) e dalla francese Edf. Il gruppo parigino detiene a sua volta direttamente il 17,3% del capitale di Foro Buonaparte.

Un patto di governance stipulato prima del lancio dell’Opa dell’autunno scorso prevede tuttavia una governance paritetica, in cui Aem designa presidente e responsabile della finanza (cfo), mentre a Edf tocca la designazione dell’amministratore delegato e del direttore generale (coo).

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