Fmi: "L'Italia deve riformare lavoro, welfare e pensioni"

Secondo il rapporto economico mondiale la Finanziaria "utilizza in modo contrario al Patto di stabilità il tesoretto. Il nostro Paese si conferma fanalino di coda europeo per il tasso di sviluppo del pil"

Fmi: "L'Italia deve riformare lavoro, welfare e pensioni"

Washington - "L'Italia deve procedere con l’attuazione delle riforme del mercato del lavoro, delle pensioni e del welfare". Lo ha detto oggi il vicedirettore del dipartimento ricerche del Fmi Charles Collins rispondendo a una domanda sui problemi di lungo termine che impediscono all’Italia di raggiungere il pieno potenziale della propria economia. "E' importante rendere il mercato del lavoro flessibile - ha detto collins - perchè questo ha ricadute positive sull’occupazione, mentre la riforma delle pensioni aiuta a far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione".

"Male crescita e risanamento" Brusca frenata del Pil e giudizio negativo sull’utilizzo del "tesoretto". Il Fondo monetario internazionale, nel suo rapporto economico mondiale, non nasconde le perplessità sullo stato di salute dell’economia italiana. Sotto accusa, in particolare, la decisione di utilizzare le maggiori entrate per finanziare nuove spese e non per raggiungere risultati di bilancio più ambiziosi: in questo modo, si legge nel documento, il nostro Paese, assieme alla Francia, "difficilmente" centrerà l’obiettivo di una riduzione del deficit pari ad "almeno lo 0,5% del pil all’anno", come richiesto dal Patto di stabilità a quanti sono più lontano dal pareggio di bilancio nel medio termine.

Sulla scia di Draghi Il verdetto è simile a quello della Banca d’Italia: "Il governo ha frenato sulla strada del risanamento nel 2007/2008 nonostante il significativo extragettito". A legislazione invariata, il rapporto tra deficit e Pil è previsto al 2,1% quest’anno e al 2,3% il prossimo. Il debito rispettivamente al 105,3% e al 104,2%.

Crescita in frenata Ma nubi si segnalano anche sulla crescita. Secondo il world economic outlook, l’incremento del prodotto del nostro Paese nel 2008 non andrà oltre l’1,3% a fronte dell’1,5% fissato dal governo, lo 0,4% in meno di quanto l’istituzione di Washington stimasse nel luglio scorso. Per il 2007 la crescita sarà invece limitata all’1,7%, contro l’1,9% delle simulazioni ufficiali e l’1,8% previsto dal fondo prima dello scoppio della bolla dei mutui subprime. L’Italia resta il fanalino di coda di Eurolandia.

Scende la disoccupazione Positivo è invece il giudizio sullo stato di salute del mercato del lavoro. Il tasso disoccupazione, afferma il rapporto, dovrebbe scendere al 6,5% quest’anno e mantenersi stabile nel 2008. Particolarmente apprezzati dal Fondo i passi avanti registrati sul fronte dei contratti a termine con l’introduzione della Legge Biagi e il progressivo restringimento del cuneo fiscale che grava sul lavoro dipendente. Ancora in calo l’inflazione, stimata all’1,9% sia per quest’anno che per il prossimo. Un andamento inferiore a quello dell’area dell’euro, il cui costo della vita è previsto in aumento del 2% in entrambi gli anni.

Deficit stabile Il deficit corrente dovrebbe chiudere il 2007 al 2,3% del Pil e il 2008 al 2,2%, appena meglio

del 2,4% del 2006. L’incremento della domanda domestica totale dovrebbe salire all’1,9% quest’anno per poi frenare all’1,4% il prossimo. Quello dei consumi privati dovrebbe attestarsi rispettivamente all’1,8 e all’1,4%.

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