Roma

Foibe, finalmente il monumento Meloni: «Ricordare 365 giorni l’anno»

Un monumento ai caduti delle Foibe è stato inaugurato nel pomeriggio di ieri alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Roma Walter Veltroni, del presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e della vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgia Meloni. L’opera in bronzo, di Giuseppe Mannino, raffigurante tre volti stilizzati su un basamento, si trova nel piazzale delle Vittime delle Foibe Istriane, vicino al capolinea Laurentina della linea B della metropolitana. La cerimonia, organizzata dall’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in occasione della Giornata del Ricordo, è proseguita con una preghiera e la deposizione vicino al monumento di una corona di fiori con un fascia tricolore.
Una «maggiore responsabilità da parte della politica nel condannare chiaramente certi episodi di intolleranza» e il dovere di «ricordare non uno ma 365 giorni all’anno» sono gli inviti rivolti dal vicepresidente della Camera dei deputati Giorgia Meloni nel corso della cerimonia. Meloni, nel suo intervento, ha fatto cenno a due recenti «episodi di intolleranza» avvenuti a Roma, «le minacce venute da un gruppo di intolleranti alla manifestazione nel Teatro Brancaccio» e «uno striscione apparso all’Eur di fronte alla Mostra sulle foibe. Mi sarei aspettata - ha detto Meloni - un intervento più forte da parte della politica». Il vice presidente della Camera ha parlato anche di un «certo imbarazzo di alcune fasce politiche a condannare certi episodi».
Anche gli esponenti del centrosinistra hanno usato parole di saggezza e moderazione. «Non esistono dittature belle o brutte, non esistono dittature giustificate che siano rosse o nere», ha detto il sindaco Walter Veltroni, che ha poi auspicato che «la storia d’Italia» venga «ricordata tutta insieme senza omissioni». Mea culpa anche dal presidente della Regione Piero Marrazzo: «Dobbiamo guardare in faccia alla realtà e assumerci la responsabilità che questo ricordo è arrivato tardivo».
Parole che non soddisfano il deputato di An Fabio Rampelli, secondo il quale «la Capitale, ancora governata da Veltroni per qualche giorno, ha completamente ignorato questa celebrazione. Nessuna bandiera listata a lutto, nessuna manifestazione promossa dal Campidoglio, niente. Eppure quelle migliaia di morti scomparsi in Istria e Dalmazia per mano dei partigiani comunisti erano italiani.

Una dimenticanza che lascia trapelare l’incompiutezza del percorso culturale della sinistra italiana e la strumentalizzazione ideologica del concetto di nazione».

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