Ha infierito sulla moglie con almeno dieci coltellate. Centrandola al petto, allo stomaco ed infine sgozzandola. Non soddisfatto ha sfogato la sua rabbia cieca sulla consorte ormai in fin di vita, colpendola con un bastone prima di tentare di tagliarsi le vene dei polsi.
Poi ha vagato per le campagne intorno a Bollate per lintera notte e alle prime luci dellalba ha bussato ai carabinieri: «Ho ucciso mia moglie in uno scatto dira». Poi si è chiuso nel silenzio, vinto dalla disperazione per il folle gesto che gli aveva portato via per sempre la donna che amava alla follia e nei confronti della quale nutriva una gelosia tanto morbosa, da diventare mortale.
A ritrovare la vittima, Teresa Fragile impiegata di 36 anni, che abitava con luxoricida Alfredo Bezzon imbianchino al primo piano di in una palazzina di Bollate in via Verdi 58, è stata laltra sera la figlia studentessa sedicenne. Poco dopo le 23 la ragazza torna a casa dopo una serata trascorsa insieme al fidanzato. Quando apre la porta, la ragazza si trova di fronte ad una scena raccapricciante: la madre a terra in soggiorno in un lago di sangue ormai in fin di vita, vicino le armi dello scempio. Un coltello da cucina e un bastone. La ragazza grida forte e la sua disperazione riesce a richiamare lattenzione dei vicini che arrivano di corsa. Poi sviene, mentre nellalloggio cominciano ad arrivare i soccorritori ed i carabinieri.
Agli investigatori basta poco per ricostruire la dinamica del fatto di sangue e cercare il colpevole. Ma Alfredo Bezzon è scomparso e le ricerche effettuate, anche presso parenti ed amici per tutta la notte risultano vane. Per la poveretta intanto non cè più nulla da fare.
«Abitavano nella scala B da un paio danni ma non davano confidenza e legavano poco con gli altri inquilini raccontano i vicini- ; si capiva però che era una coppia in crisi : le loro urla si sentivano a tutte le ore. Insomma i litigi in quella casa erano allordine del giorno».
Una crisi sostenuta dalla gelosia che aveva finito col preoccupare anche la figlia adolescente. La quale, in diverse occasioni aveva confidato alle amiche che spesso incontrava in cortile, tutti i suoi timori per il precipitare della situazione alla luce dei rapporti sempre più tesi fra i genitori.
«Era sicuramente una bella donna, ma anche una persona seria e composta che non ha mai dato adito a pettegolezzi di sorta» sottolineano nel palazzo.
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