Fondazione Nord Est: un'area strategica per la nuova Europa

Apertura ai mercati internazionali, innovazione, aggregazione, revisione dell'assetto di governance in senso federalista. Il presidente della Fondazione Nord Est, Andrea Tomat identifica gli asset per il rilancio del territorio. «Il Nord Est è già oggi una macroregione, fortemente interconnessa, al di là dei confini geografici delle singole aree - spiega Tomat -. Non si tratta, quindi, di disegnare nuove strutture, ma di far dialogare più intensamente quelle esistenti, individuando le piattaforme di interesse prioritario. I sistemi infrastrutturali e logistici, quelli finanziari, la formazione universitaria e i centri di ricerca, il mercato del lavoro, vanno visti secondo un'ottica integrata e vanno gestiti sempre più con l'obiettivo della composizione degli interessi comuni». Per Tomat, che ricopre anche la carica di presidente di Confindustria Veneto, «quest'area è centrale e strategica per lo sviluppo della nuova Europa; si tratta di una cerniera tra Est e Ovest, tra Nord e Sud, rilevante per volumi di pil e per la specificità della propria cultura industriale: la grande concentrazione di piccole medie aziende e lo spirito di impresa, una diffusa vocazione manifatturiera». L'auspicio del presidente è rivolto alla creazione di un polo che coinvolga tutto il Nord Est, «una grande macroregione che si presenti con il nome di Venezia, una città con un forte appeal a livello internazionale. In questo senso, il processo di riordino delle province proposto in Veneto è un grande pasticcio che il governo ci poteva risparmiare. Seguendolo, perderemo tempo e sprecheremo inutilmente risorse. Ci vuole più coraggio.

Bisogna abolire le Province, commissariarle per due o tre anni per portarle alla chiusura, trasferendo le competenze a Regione e Comuni e accompagnando il processo con la creazione di Comuni di maggiori dimensioni per diminuirne il numero a un terzo di quelli attuali. Diversamente, tanto vale tenere l'attuale assetto».

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