«Fondazioni, tetto al 30% da rivedere»

da Milano

Sul limite ai diritti di voto delle Fondazioni nelle banche è accordo pieno tra il governatore della Banca d’Italia e il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti: il tetto del 30% va rivisto. Nel suo intervento per la giornata del risparmio Mario Draghi ha parlato di «discriminazioni normative che limitano la capacità delle Fondazioni di acquisire e gestire partecipazioni bancarie e che potrebbero essere riconsiderate». Motivo: i meriti acquisiti dalle Fondazioni, che «hanno dato un contributo determinante alla riorganizzazione del sistema». Parole che prevedibilmente hanno soddisfatto il primo rappresentante degli enti. Anche Guzzetti ha parlato di discriminazione, sottolineando il ruolo nel settore degli investitori di lungo termine. «In attesa che il lento cammino dei fondi pensione approdi ai primi risultati, gli unici investitori di lungo termine nelle banche italiane sono assicurazioni e Fondazioni di origine bancaria». Per questo, ha detto, «è difficile comprendere la limitazione dei diritti di voto delle Fondazioni prevista nella legge sul risparmio».

E che per Guzzetti e colleghi l’aria fosse decisamente positiva è stato confermato dall’intervento del ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa: «Oggi si può affermare che la privatizzazione delle banche pubbliche, per il tramite delle Fondazioni, è stata un successo. Ed è un esempio per il cammino che altri investitori istituzionali devono ancora compiere nel nostro Paese».

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