Da una parte i sindacati, dallaltra la Lega. La Scala sotto attacco. Dopo la firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri al decreto sulla riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, le sigle hanno già annunciato uno sciopero per il 13 maggio, che fa saltare così la prima dell«Oro del Reno» diretta da Daniel Barenboim, e minacciano anche altre forme di mobilitazione (ieri sera hanno letto in italiano e inglese un comunicato prima della rappresentazione di Lulu di Alban Berg). In giunta a Palazzo Marino invece ieri mattina è stato lassessore leghista Massimiliano Orsatti a protestare per il contributo da 19,2 milioni di euro che sindaco e assessori hanno votato ieri di assegnare alla Fondazione del teatro alla Scala per gli anni 2010, 2011 e 2012. Fondi considerati da Orsatti (che pure ha votato a favore) eccessivi a fronte di «un teatro che non fa abbastanza per la città». Considerazioni fatte mettere a verbale.
Mentre Napolitano a Roma promuove la Scala teatro nazionale, il Carroccio protesta: «La nostra non è una presa di posizione contro un gioiello di Milano come è la Scala - ha assicurato leurodeputato della Lega Matteo Salvini - ma crediamo che in un momento di difficoltà economica che colpisce anche il mondo della cultura, dare tanti soldi a pochi significa condannare a morte (...)Fondi dal Comune, la Lega le suona alla Scala
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