da Milano
Molti titoli di Stato, poche azioni e scarso peso sulla Borsa, oltre a un rendimento ancora una volta inferiore a quello degli indici di riferimento (benchmark). Questa lanalisi dellufficio studi di Mediobanca sui fondi e le sicav italiani nel 2005, che completa la relazione 2006 uscita lo scorso 12 luglio dove si parlava di costi troppo alti, distruzione di valore negli ultimi dieci anni e di un fuga degli investitori. In particolare, secondo lintegrazione pubblicata ieri, i fondi comuni italiani investono il 57% del portafoglio in titoli di Stato (il 60% dei quali italiani). Solo il 29,9% è impiegato in azioni, per la gran parte straniere (le italiane sono il 21,6%) e con diritto di voto anche se quelle con voto limitato hanno avuto negli ultimi dieci anni un rendimento pari al doppio delle ordinarie. I fondi comuni aperti pesano sul flottante della Borsa Italiana per circa il 5% sulle azioni ordinarie e per l1% circa su quelle senza voto.
Per quanto riguarda il raffronto tra i valori delle quote e i benchmark indicati dagli stessi fondi, il rendimento è stato inferiore di oltre un punto. Nella versione «total return» (che comprende anche i dividendi distribuiti) secondo lufficio studi di Piazzetta Cuccia, lo scostamento sale a 1,4 punti, restando invariato a quanto riportato nel 2004. Lo scotto maggiore è per gli azionari (2,3 punti contro i 2,8 del 2004). Negli ultimi sei anni il differenziale negativo è stato così del 10,3% e per le azioni del 17%.
Infine i costi di gestione. La ricerca esamina per la prima volta i dati sugli oneri di negoziazione.
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