Leggi il settimanale

Fonsai, le banche vogliono un passo indietro dei Ligresti

Fonsai, le banche vogliono un passo indietro dei Ligresti

La famiglia Ligresti è alle corde: sia Mediobanca (suo grande creditore) sia Unicredit (secondo azionista di Fonsai) sia l’Isvap (l’Authority del settore) premono perché la compagnia provveda subito a un’altra ricapitalizzazione. La determinazione di Piazzetta Cuccia, che da almeno cinque anni invita Salvatore Ligresti a migliorare la governance e la struttura patrimoniale della galassia, è stata formalizzata in una lettera di due pagine. Mediobanca, che è esposta verso Fonsai per 1,1 miliardi tramite un prestito subordinato, prima domanda di essere aggiornata sui conti, poi chiede esplicitamente ai vertici della compagnia di «ripristinare i ratio patrimoniali» attraverso una ricapitalizzazione.
Si tratta di un documento ufficiale, destinato a restare agli atti del board. Mediobanca stima che per mettere in sicurezza Fonsai occorra ricapitalizzare per 5-600 milioni. Inutile, invece, pensare a misure «tampone» per risollevare i margini di solvency (stimati dagli analisti 105-110%) come la newco con il Credit Suisse destinata a ricevere le quote azionarie che legano i Ligresti alla grande finanza italiana: Mediobanca, Unicredit, Generali, Pirelli e Rcs.
Lunedì 12 il board fisserà una tempistica precisa, affidando a un advisor «assolutamente indipendente» (forse Goldman Sachs o Merrill Lynch) l’analisi della situazione. La speranza è ricomporre una dialettica descritta oggi come «molto accesa» sia all’interno sia all’esterno del gruppo. Ma la missiva spedita dall’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, suona per la famiglia Ligresti e il capo azienda Emanuele Erbetta, anche come un invito alla responsabilità e alla tutela degli assicurati rispetto a un quadro oggi ritenuto «molto grave», come conferma il taglio del rating da parte di S&P: ieri in Borsa Fonsai ha ceduto il 9,6%.
L’unica via percorribile appare quindi l’aumento di capitale da 600 milioni che Mediobanca si è già dichiarata pronta a strutturare e a seguire «in tempi rapidissimi». E anche Unicredit è favorevole a interventi strutturali per Fonsai quali la ricapitalizzazione: l’operazione potrebbe scattare all’inizio del prossimo anno, magari in occasione dell’assemblea di bilancio, e le banche potrebbero sottoscrivere i diritti «a fermo».


Premafin, la holding dei Ligresti, è a corto di liduidità e quindi appare destinata a diluirsi dal 35% al 10-12%, ma questa è da più parti considerata la condizione per salvaguardare il valore industriale che ancora c’è in Fonsai e trasformare i pour parler attuali in un percorso che individui un salvatore: un concorrente europeo come Axa o Munich Re, oppure Unipol. Le banche creditrici pensano che per la famiglia Ligresti sia venuto il tempo di compiere un passo indietro.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica