Standard & Poors degrada Fonsai al livello «spazzatura» e minaccia di peggiorare la pagella di altri tre voti se il gruppo non sarà capace di riscattarsi. Un pugno nello stomaco non solo per la holding Premafin della famiglia Ligresti ma anche per Unicredit, che pochi mesi fa aveva salvato il gruppo diventandone il secondo socio, e per Mediobanca: Piazzetta Cuccia ha in pancia un prestito subordinato Fonsai per circa 1,1 miliardi. Titoli che rischiano di diventare «roventi» anche perchè Fonsai utilizza già il «ghiaccio» del milleproroghe per sterilizzare le minusvalenze latenti sui titoli di Stato. Senza questo aiuto, stimano gli analisti, il margine di solvibilità (111% a settembre) tornerebbe pericolosamente vicino alla soglia di guardia sotto cui lIsvap impone laumento di capitale. Fonsai ha ribadito di essere al lavoro per riportare la lancetta della solvency al 120%, ma a molti appare ormai poco più di un miraggio. Nel dettaglio S&P, visti i risultati di settembre (178 milioni di perdita), ha ridotto il rating di Fonsai e quello della controllata Milano Assicurazioni da «BBB»- a «BB+», prospettando altri 3 downgrade se riterrà «improbabile» che il gruppo possa migliorare la base di capitale o se la capitalizzazione dovesse peggiorare. Non solo la casa americana prevede «perdite addizionali nel quarto trimestre del 2011», superiori a quelle attese, con «il conseguente deterioramento nella capitalizzazione del gruppo e nella posizione di solvibilità».
Per fermare la deriva, secondo gli analisti, lad di Fonsai Emanuele Erbetta proverà a fare cassa accelerando le dismissioni, a partire dalla controllata serba Ddor, ma potrebbe essere necessario rivedere anche la società comune con il Banco Popolare, Popolare Vita, che oggi certo non aiuta sul fronte del goodwill. Altrimenti resta la soluzione di un altro aumento di capitale, che con ogni probabilità finirebbe con lo sfilare definitivamente il controllo del gruppo Fonsai dalle mani dei Ligresti.
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