Fonsai, Sator e Palladio restano in corsa

Sator e Palladio restano in corsa per il controllo di Fonsai, contro la soluzione Unipol congegnata da Mediobanca. Dopo un duro dibattito, il cda della finanziaria si è infatti limitato a esaminare l’offerta da 450 milioni firmata da Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, concludendo però di non essere in grado di decidere in merito.
A legare le mani ai consiglieri sono sia la clausola di «esclusiva» concessa il 29 gennaio a Unipol, Premafin si è impegnata a non dare corso a operazioni incompatibili con l’accordo raggiunto, sia l’interesse denunciato da alcune banche «a negoziare la propria esposizione creditizia e a prestare il proprio consenso all’operazione prospettata da Sator e Palladio». Tra gli istituti apparsi da subito freddinelle tratattive c’era Ge.
Arpe e Meneguzzo, che ieri hanno fatto recapitare al board una lettera con le linee guida della propria proposta di ristrutturazione, avrebbero peraltro già raccolto riscontri informali da alcuni istituti che si apprestano a incontrare. Da parte sua la cassaforte ha poi sottolineato che l’esclusiva non incorpora alcuna penale «specifica» in caso di violazione e ha chiamato Maurizio Dallocchio a supportare gli amministratori indipendenti sui rapporti di concambio. Su pressione della Consob, Premafin ha infine ammesso di aver esaminato i rilievi mossi da Unicredit, in qualità di banca agente, sempre sul nodo del debito. In una lettera di due pagine,Piazza Cordusio ha chiesto risposte rapide su 5 punti: il business plan di integrazione con Unipol, l’impossibilità di rispettare i tempi previsti con decisioni formali, il ruolo del prestito convertendo da 150 milioni nella ristrutturazione e il peso del pegno sulle quote della società insieme alla richiesta di una ristrutturazione che passi attraverso un’asseverazione del progetto di risanamento.
In sostanza le banche potrebbero negare il via libera al piano di salvataggio. L’offensiva di Sator e Palladio prosegue poi anche sul fronte della Consob, cui intendono presentare un articolato esposto. Il documento, che ieri sera non risultava ancora pervenuto negli uffici dell’Authority, contesterebbe in primo luogole condizioni dell’esclusiva siglate da Premafin e Unipol. Bologna prosegue comunque la propria marcia di avvicinamentoa Fonsai. La holding Finsoe convocherà il cda e l’assemblea per la sua ricapitalizzazione, con cui sostenere l’aumento fino a 1,1 miliardi della compagnia, a ridosso del cda e dell’assemblea del gruppo guidato da Carlo Cimbri.

Le cooperative escludono problemi diversi da quelli legati al «coordinamento» tra gli oltre 40 soci e confermano la disponibilità delle risorse necessarie già preannunciata dal presidente di Finsoe, Marco Pedroni, di circa 450-500 milioni. L’importo sarà in parte coperto da un aumento di capitale delle Coop per circa 300-350 milioni. Il resto potrebbe essere trovato a debito, forse coinvolgendo le stesse banche esposte verso la galassia Ligresti.

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