Fontana ci ripensa e chiede i danni al sindaco

La legge concede sei mesi di tempo per far ricorso al giudice e il 16 giugno è arrivata la lettera dell’avvocato

Sabrina Cottone

Carlo Fontana chiede i danni al sindaco Gabriele Albertini. L’ex sovrintendente della Scala, quasi sei mesi dopo la revoca, ci ripensa e fa causa al teatro per essere stato licenziato ingiustamente. In più chiede di essere risarcito dal sindaco e presidente della Fondazione Scala «per le modalità con le quali il licenziamento è stato attuato e reso pubblico». La lettera di licenziamento per l’allora sovrintendente era partita il 24 febbraio e in un primo momento Fontana aveva rinunciato a procedere contro la Scala ma adesso ha capovolto il punto di vista e vuole dal Teatro un risarcimento morale e materiale: la dichiarazione di illegittimità del licenziamento e la condanna della Scala a pagare l’intera indennità sostitutiva del preavviso dovuta per i dirigenti e la relativa indennità supplementare, nonché l’incidenza del periodo di preavviso sul Tfr.
La lettera di due pagine in cui «per senso di responsabilità» Fontana, appena revocato, rinunciava a procedere per vie legali è arrivata sul tavolo del presidente della Fondazione Scala, Gabriele Albertini, lo scorso febbraio, pochi giorni dopo la decisione del consiglio d’amministrazione di sostituire Fontana con Mauro Meli. Un addio deciso con otto mesi di anticipo che nonostante il modo (e cioè la revoca) sembrava essere stato indolore, o almeno risolto con un gentlemen agreement che evitasse nuovi problemi al teatro già in piena bufera. Il consiglio d’amministrazione si era impegnato a «salvare la faccia» del sovrintendente, che aveva stretto con il sindaco un accordo di uscita non consensuale ma neppure traumatica.
La legge però in casi del genere concede sei mesi di tempo per ripensarci. E così ha fatto l’ex sovrintendente a poche settimane di tempo dalla scadenza dei termini, con una raccomandata firmata da lui e dal suo legale e datata 16 giugno 2005: «Il dottor Carlo Fontana mi ha incaricato di procedere giudizialmente contro di voi per ottenere l’accertamento della natura a tempo indeterminato del rapporto e la conseguente illegittimità e ingiustificatezza del licenziamento disposto nei suoi confronti».


In particolare, Fontana si sente danneggiato personalmente dalle parole di Albertini e chiede per vie legali «il risarcimento di tutti i danni subiti a causa delle modalità con le quali il licenziamento è stato attuato e reso pubblico» e poi anche «il risarcimento di tutti i danni determinati dalle successive affermazioni» di Albertini durante le sedute del consiglio di amministrazione della Scala in cui era stata decisa e formalizzata la revoca di Fontana.

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