Formigoni: «Enti virtuosi trattati come gli spreconi»

Le istituzioni locali costano a ogni lombardo 61 euro all’anno, scendono a 21 se si considera il solo funzionamento dell’amministrazione regionale. «La Lombardia è la Regione più virtuosa di tutte» sottolinea il presidente Roberto Formigoni riportando lo studio di Confartigianato sui costi e le spese delle amministrazioni italiane. Risultati «non casuali ma frutto del buon governo che da anni è il nostro obiettivo e che viene confermato dai dati». Il governatore ribadisce quindi «con forza» che «non è giusto nè accettabile trattare tutti nello stesso modo, enti virtuosi e quelli che creano solo del deficit e sprecano risorse». Contesta la logica dei tagli lineari che «purtroppo è la regola nel nostro Paese e in Europa quando si deve contenere la spesa pubblica» e insiste su «un federalismo, autentico e non solo di facciata, che sia premio ai virtuosi e non invece un cambiamento di qualche regola perché tutto rimanga come prima. Ecco perché la Lombardia continuerà a incalzare e se necessario anche a polemizzare all'interno della Conferenza Stato Regioni, come abbiamo fatto in questi mesi differenziandoci anche da altri perché la riforma federalista sia autentica e incida concretamente nella partita del dare e dell'avere». Anche il presidente leghista del consiglio regionale, Davide Boni, insiste che «è inammissibile che mentre il costo della politica in Lombardia pesi soltanto 60 euro su ciascun cittadino, restando quindi al di sotto della media nazionale, che è di 163 euro circa, altrove, come per esempio in Molise, si arriva a ben 333 euro e nel Lazio a 247 euro cadauno. La nostra Regione ha da sempre ben lavorato per ridurre gli sprechi, per non ingessare l’apparato regionale in quella burocrazia che combattiamo da anni e che impedisce alle istituzioni di lavorare tempestivamente per il bene dei propri cittadini. Un lavoro che ci premia, in linea con quanto abbiamo deciso di intraprendere anche a livello del Consiglio Regionale per tagliare ulteriormente le spese inutili».
E si prende una rivincita anche il vicesindaco Riccardo De Corato, visto che di federalismo parla anche uno studio del Pd, messo a punto dal senatore Marco Stradiotto, che ha messo a confronto il sistema fiscale attuale con i trasferimenti statali agli enti locali per garantire i servizi essenziali e le risorse derivanti dall’autonomia impositiva. Denunciando il rischio stangata fino al 60% per i quaranta Comuni (su 92) che verrebbero penalizzati dal nuovo fisco. Ma «chi diceva che il federalismo fiscale è solo aria fritta e non cambia nulla con quella riforma è servito. Perchè a Milano, secondo lo studio dello stesso Pd, porterà a Milano un saldo positivo di 194 milioni di euro, il 34% in più». E «il federalismo - puntualizza De Corato - mira giustamente a una più equa distribuzione delle risorse e delle imposte pagate dai cittadini. E a responsabilizzare maggiormente gli enti locali attraverso l’imposta comunale onnicomprensiva. Il meccanismo della trasparenza e della responsabilità devono essere i cardini per la pubblica amministrazione.

Perchè non è giusto che Comuni virtuosi debbano vedersi minori trasferimenti per sanare i bilanci in rosso di altri». Il federalismo conclude, sarà «una molla che obbligherà a gestire meglio i conti pubblici, deve finire il principio che tanto poi c’è lo Stato a tappare i buchi».

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