Momento difficile per Roberto Formigoni, diviso tra diversi fronti aperti e focolai crepitanti. La questione più urgente e per così dire fastidiosa è l’inchiesta sulla P3: grava su di lui il sospetto di aver cercato di fare pressioni sulla magistratura per ottenere il rientro in gara della Lista Formigoni, in un primo momento esclusa dalle regionali, e presto sarà sentito dalla Procura di Roma.
Formigoni smentisce tutto ("è completamente falso e infondato") ma è indubbio che la vicenda pesi sul clima politico, anche perché si unisce all’inchiesta sulla ’ndrangheta che lambisce, sia pure indirettamente, uomini con cui ha lavorato a lungo quali Giancarlo Abelli, per anni dominus della sanità lombarda, e l’ex assessore regionale alla Protezione civile prima e all’Ambiente poi, Massimo Ponzoni.
La Lega lo difende per bocca del vicepresidente della Regione, Andrea Gibelli. "Faccio politica da quando avevo diciannove anni e sono abituato a parlare di fatti concreti e non di chiacchiere" risponde Gibelli a chi gli chiede di commentare la vicenda Formigoni P3. Ma la posizione del presidente della Regione in questo momento non è delle migliori, neanche per giocare una partita importante come quella sull’Expo nel ruolo di difensore degli interessi pubblici.
La tensione tra Formigoni e il resto del Pdl è alta. Gli scontri tra il governatore e il presidente della Provincia, Guido Podestà, sono all’ordine del giorno e il coordinatore regionale del Pdl non si risparmia considerazioni anche pesanti sulla politica del Pirellone. Problemi di comunicazione esistono anche tra Formigoni e il sindaco, Letizia Moratti, anche se in pubblico i conflitti si manifestano con meno forza. Nei giorni scorsi la miccia è esplosa tra Podestà e Formigoni sull’Expo e i carboni continuano a bruciare.
Podestà torna a prendere le distanze dal presidente della Regione sulle aree. "Perché la Regione voglia comprare, chiedetelo a loro. Dal punto di vista della Provincia, siamo in una situazione di risorse assolutamente scarse. E siccome Expo è qualcosa di diverso da un’operazione immobiliare, perché devo andare a investire risorse in un’operazione che darà un risultato fra dieci anni? Se viceversa la Regione si trovasse in una situazione diversa, se quindi avesse disponibilità di risorse, nulla osta che possa acquistare questa aree". Podestà aggiunge un’altra preoccupazione: "L’importante è che non vi siano poi strascichi, ricorsi, che mettano a novembre a rischio la conferma di Expo a Milano".
Altro tema difficile per Formigoni è la manovra.
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