La Lega andrà forte, il Pdl anche. Niente sorpasso, e il distacco resterà immutato: 10-12 punti. La previsione è firmata da uno che di voti se ne intende, Roberto Formigoni. E il dato politico si conferma: con la sinistra in crisi di consensi in tutto il Nord, la sfida elettorale lombarda sembra già acquisita a vantaggio del centrodestra; e la sfida politica vera è fra Pdl e Lega. E l’esito delle urne potrebbe condizionare anche gli equilibri milanesi, oltre a quelli interni al Pirellone.
La Lega milanese ha dichiarato di puntare al sindaco di Milano, ma la richiesta appare piuttosto irrealistica, anche perché in città la bilancia del consenso pesa tradizionalmente a vantaggio di Forza Italia prima e del Pdl poi, ancor più che nel resto della Regione. Basta andare a vedere i dati delle ultime elezioni. Nel 2005 in Lombardia il distacco fra Forza Italia-An e Lega era di 19 punti percentuali. A Milano di oltre 30. Ma anche alle Europee 2009, che hanno segnato l’avanzamento del Carroccio, il divario si è mantenuto sopra gli 11 punti in regione, e sopra i 25 punti in città, dove la Lega si è fermata all’11 per cento. E ieri il segretario lombardo della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha fatto una mezza marcia indietro: «È una cosa costruita ad arte dai giornali - ha detto - noi abbiamo parlato di un sogno ma non ci riferivamo a quello». «Non è essenziale il sorpasso, l’importante è che la Lega vada avanti». Si può ipotizzare che il Carroccio miri in realtà solo a consolidare la sua presenza a Palazzo Marino, dove - lo ha confermato il coordinatore nazionale Ignazio La Russa, un sindaco leghista è visto come «una sparata elettorale», anche perché - lo ha ribadito il coordinatore regionale Guido Podestà - il candidato è Letizia Moratti.
Per Formigoni il problema non si pone, nel senso che i voti «grandineranno» su entrambi gli alleati: «I nostri partiti - prevede il governatore - cresceranno entrambi e la distanza in Regione sarà sui 10-12 punti come è stato alle Politiche, alle Europee e alle amministrative». Per Formigoni dunque «il Pdl sarà largamente il primo partito in regione e in Italia». «Con la Lega non c’è alcun problema di governo», sottolinea Formigoni, ammettendo tuttavia di «non apprezzare chi alza i toni» in un momento in cui tutti «devono essere impegnati in un ulteriore sforzo per raggiungere tutti gli elettori e convincere gli eventuali indecisi». Formigoni non vuol parlare di competizioni interne accese: «Forzature, delle elezioni comunali di Milano parleremo dopo. Adesso siamo tutti in campo per le Regionali».
Il fronte aperto invece è quello del voto udc, in cui si sono aperte diverse brecce: «Gli elettori dell’Udc in Lombardia sono in fortissima difficoltà - ha osservato Formigoni - perché sono sempre stati con noi in questi 15 anni e hanno la possibilità di confermare il loro consenso al centrodestra votando per Formigoni e per i nostri partiti».
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