Formigoni: «Macché prestito, compriamo le aree»

«Non c’è e non ci sarà alcuna proposta comune di Regione, Provincia e Comune ai proprietari delle aree a riguardo del comodato d’uso dei terreni. Chi lo pensasse forse confonde i propri desideri con la realtà». Parola del presidente della Regione Roberto Formigoni, a proposito del destino dei terreni che ospiteranno l’Expo 2015. Non è la prima volta, anche se ieri non ha lasciato margine alla diplomazia, che il governatore ribadisce la sua contrarietà alla proposta di comodato d’uso già in discussione con i proprietari, ovvero Fondazione Fiera e Gruppo Cabassi. Una dichiarazione che ha il sapore della smentita alle parole pronunciate due giorni fa da Letizia Moratti volata a Parigi per aggiornare il Bureau International des Expositions sui passi avanti fatti da Milano. Il sindaco, infatti, al termine della presentazione al palazzo dell’Ocse, si era detta ottimista sulla possibilità di raggiungere una soluzione in tempi rapidi, dopo aver spiegato di aver ricevuto sul suo blackberry la proposta in discussione tra i soci e la proprietà.
Ieri si è tenuto l’incontro tecnico per limare e definire meglio i termini dell’accordo per il comodato d’uso che lunedì dovrebbe andare definitivamente in porto, con le proprietà, Gruppo Cabassi e fondazione Fiera che daranno i terreni in prestito alla società per lo svolgimento dell’esposizione universale, al prezzo del diritto di superficie di un euro, in cambio di un indice edificatorio di 200mila metri cubi. Incassato l’ok sul progetto di massima che le amministrazioni hanno elaborato sulle infrastrutture e le opere da realizzare sui terreni che nel 2016 torneranno nella mani dei proprietari, ora i tecnici limano i dettagli dell’accordo in vista di lunedì.
Per rafforzare la sua posizione, sembra che il governatore abbia dato mandato a tecnici e legali di passare al setaccio la proposta in discussione di comodato d’uso per verificare fino all’ultimo dettaglio, se possa prestare il fianco a eventuali ricorsi o attenzioni, magari al termine dell’esposizione, da parte della Corte dei conti. Sembra che l’obiettivo del presidente sia dimostrare a Comune e Provincia - che fin dall’inizio hanno dichiarato di preferire il comodato, perché consentirebbe una soluzione in tempi rapidi senza impegnare alcuna risorsa - che l’opzione dell’acquisto delle aree tramite una newco, la società veicolo composta dalle tre istituzioni, sia la migliore. Per convincere i soci, in particolare il presidente della Provincia Guido Podestà che fin dall’inizio si era detto contrario per assoluta mancanza di fondi da investire, il governatore si era fatto garante delle quote di Palazzo Isimbardi e della Camera di Commercio.

Ma il governatore aveva trovato la strada bloccata fin dalla prima trattativa: già al primo incontro, infatti, era sembrato impossibile far coincidere la richiesta avanzata da Gruppo Cabassi e Fondazione Fiera di 140 milioni di euro contro l’offerta che sfiorava al massimo i 70 milioni.

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