Formigoni: «Nel partito comanda Berlusconi La giunta? Sceglierò io persone e deleghe»

L’antipasto (al veleno) per il vertice a casa Moratti di oggi all’ora di pranzo è già servito. Ci ha pensato Roberto Formigoni, forte di una riconferma a più 23 sullo sfidante del centrosinistra. Nel partito comanda Berlusconi e su nomi e deleghe della giunta, a decidere sarò io. Basta chiacchiere, soprattutto se spacciate come il verbo autentico del premier. Il governatore apre il fuoco su due fronti alla vigilia di una settimana dopo il summit dei colonnelli, proseguirà con le trattative per definire nomi degli assessori.
Il primo bersaglio del governatore sono le tante indiscrezioni, le troppe fughe in avanti. «Un partito che si rispetti - attacca deciso - è un partito che rispetta le gerarchie. E nel Pdl le gerarchie sono chiare e vanno rispettate». Durissimo. «Per statuto, per storia e per autorevolezza è a Berlusconi che sono demandate le scelte più importanti, la linea politica e le candidature». Esempi concreti? Sono già pronti. «È sempre stato così - sottolinea -, ma è bene ribadirlo in un momento nel quale troppi pretendono di parlare a nome di Berlusconi. Per esempio dando per certe o viceversa bocciando candidature su cui solo Berlusconi può pronunciarsi». Formigoni non fa nomi ma a qualcuno fischieranno le orecchie.
Secondo tema è la squadra per il Pirellone. «Analogo meccanismo distorsivo - puntualizza il governatore - vedo in atto per la giunta regionale a riguardo della quale ogni giorno leggo sui giornali ipotesi, le più varie». E invece? «Finora non ho fatto alcun nome e non lo farò fino a quando non presenterò la giunta nella sua completezza, nel rispetto della legge e dello stesso statuto del Pdl che assegna al presidente eletto il compito di individuare le deleghe e di attribuirle».
Uno dei convocati, perché l’ha detto lui parlando ieri con La Provincia pavese, potrebbe essere Giancarlo Abelli.

Politico di lungo corso, primo ancora una volta nel collegio di Pavia, è chiamato a decidere tra il seggio in parlamento e un ritorno in Lombardia. «Sono orientato a scegliere di restare a Milano - spiega -. Quindi mi confronto con Formigoni». Incontrato ieri. «Presidente del consiglio regionale? Un’ipotesi da non scartare. Ma la proposta deve arrivare da lui».

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