Formigoni risponde all’Sos del sindaco: «Pronti a collaborare»

Aperti «come sempre» alla collaborazione con il Comune di Milano e con le altre istituzioni «per migliorare la qualità dell’aria». Il governatore Roberto Formigoni raccoglie subito la richiesta del sindaco Moratti di fare asse nella guerra allo smog. Ieri il sindaco ha proposto di estendere almeno all’area metropolitana omogenea (per intendersi nei comuni dell’hinterland) il piano in due fasi che Palazzo Marino firmerà lunedì prossimo e inaugurerà, con tutta probabilità, già martedì prossimo se domenica le polveri sottili supereranno per il dodicesimo giorno consecutivo il livello d’allarme. Non è detto che la massima collaborazione si tradurrà con una riproposizione in toto del piano (il governatore per dire non è mai stato un paladino delle domeniche a piedi). Ma se ne parlerà al Tavolo permanente sulla qualità dell’aria. Ricorda Formigoni che è stato istituito dal Pirellone già nel 2007 e «si riunisce periodicamente per discutere e concordare le misure necessarie a combattere l’inquinamento atmosferico». Il Tavolo è previsto da una legge, la 24/2006 («Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente») che lo precisa all’articolo 2. Oltre alla Regione Lombardia che lo coordina, al Tavolo siedono le dodici Province con i rispettivi comuni capoluogo, i Comuni con più di 40mila abitanti, le associazioni degli enti locali, del sistema delle imprese, dei sindacati e delle parti sociali, altri soggetti pubblici e privati tra cui le aziende di trasporto e le organizzazioni ambientaliste. Nel corso di questi anni ribadisce il governatore «con il consenso del Tavolo la Regione ha preso diversi provvedimenti di legge per diminuire l’impatto delle varie fonti inquinanti, comprese quelle industriali. Provvederemo a convocare in tempi rapidi questo vertice per discutere di eventuali nuove misure».


La Moratti nella sua richiesta ieri faceva infatti riferimento non solo all’estensione su un’area più vasta di Milano delle misure contro il traffico ma all’attenzione anche ad altre fonti «come le industrie e l’agricoltura, che generano inquinamento e non sono localizzate nella città».

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